L’organo Morettini di Montone è tornato all’antico splendore. Dopo i lavori di restauro, lunedì 18 aprile alle 20.30 si terrà la cerimonia di inaugurazione con un pomeriggio ricco di eventi dedicati alla musica, che culminerà con il concerto del Maestro Claudio Brizi nell’Auditorium San Fedele alle 21. L’iniziativa rientra nell’ambito dei festeggiamenti previsti nel borgo per la prima ostensione della Santa Spina, fissata come da tradizione nel giorno di Pasquetta, ed è inoltre inserita nel programma della VII edizione di “Pasqua tra Umbria & Toscana”. 

Il lavoro di restauro dell’organo, durato cinque anni, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale che si è impegnata per dare una nuova vita all’organo, quasi dimenticato nel tempo e particolarmente rovinato. Con i tempi giusti degli addetti ai lavori, il progetto del Comune è diventato realtà e, anche grazie alla collaborazione e al contributo della Regione Umbria, il borgo può riappropriarsi di un autentico gioiello musicale del passato, ora perfettamente funzionante. 

 

Un po’ di storia - 

L’organo risale al 1828 ed è un’opera giovanile del celebre organaro perugino Angelo Morettini, all’epoca ventinovenne. È il suo diciottesimo strumento, realizzato nel sesto anno dall’apertura della sua bottega in via del Circo dopo un breve apprendistato presso Sebastiano Vici di Montecarotto (An).

L’opera fu eretta nella chiesa di San Francesco a Montone, su commissione di padre Francesco Cesarini, guardiano del convento durante l’ultimo breve arco temporale di insediamento dei frati. Infatti, successivamente all’occupazione francese, il convento fu chiuso temporaneamente nel 1810 per diventare definitivamente proprietà dello Stato nel 1866. Si è praticamente persa la memoria circa l’epoca in cui lo strumento fu smantellato unitamente alla cantoria che lo ospitava, probabilmente lungo la parete sinistra della navata. Dopo anni di immagazzinamenti itineranti, nell’ultimo ventennio si è concretizzato il piccolo miracolo dell’ottimale recupero del manufatto, riedificato nell’Auditorium di San Fedele per l’impossibilità di ricollocarlo nell’odierno complesso museale di San Francesco, a seguito di un complicato iter burocratico e un impegnativo restauro durato oltre cinque anni.

 

Condividi