(Avi News) - PERUGIA - “La serietà non viene più premiata. Non posso credere che la politica italiana sia così miope da abbandonare gli allevatori decidendo di non destinare più risorse economiche al sistema zootecnico nazionale”. Questo il primo commento del presidente dell’Associazione provinciale allevatori di Perugia Luca Panichi alla notizia che il governo non inserirà il finanziamento alle associazioni allevatori nel decreto “Milleproroghe”, attualmente in discussione in Senato.

Sino all’anno scorso lo Stato investiva 65 milioni di euro a livello nazionale, dei quali 800mila euro per la regione Umbria, per promuovere la sicurezza alimentare, il miglioramento genetico, il benessere animale e la competitività delle stalle italiane. Oggi i fondi passano improvvisamente a “zero”.

“Spero che il mondo politico abbia ben chiaro cosa rischia il sistema Italia e soprattutto quello umbro – continua Panichi - se gli allevatori verranno privati di queste risorse, necessarie per garantire al consumatore i livelli qualitativi e gli standard di sicurezza alimentare che oggi possiamo offrire a tutta la società. Basti pensare, ad esempio, che grazie al lavoro svolto dai tecnici delle Apa, la quasi totalità del latte prodotto in Umbria viene controllato ogni mese con valutazioni della quantità, della qualità e del livello sanitario di ogni singola vacca; un sistema ed un livello di controllo e di garanzia per il consumatore, che non ha uguali nemmeno nei disciplinare di prodotti certificati, di alta qualità.

L’emergenza mozzarella blu e la presenza sul mercato di carni suine estere alla diossina testimoniano l’esigenza di investire in questa direzione con continuità e senza pericolosi cambi di rotta. Chi ha scelto di cancellare le risorse per il sistema allevatori è consapevole del fatto che, dalla sera alla mattina, non potremo più garantire un’attività che la stessa Corte di Cassazione, ha definito di rilevante interesse pubblico? Non vi è giorno in cui il mondo politico e produttivo auspica investimenti a favore della competitività, ma poi, al momento di decidere, con un colpo di spugna si smantella un sistema efficiente, che ha saputo crescere negli anni e che oggi è fra i più performanti al mondo. Che senso ha tutto ciò? Credo – conclude il presidente Panichi - che ci sia ancora il tempo per porre rimedio ad un errore così grave e carico di conseguenze anche sul futuro delle nuove generazioni di allevatori che rappresentano la linfa vitale del nostro sistema”.
 

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