di Nicola Bossi

PERUGIA - Più persone, con fare brutale, hanno ucciso Meredit Kercher, la ragazza inglese trovata senza vita nella casa di via della Pergola il 1 novembre del 2007. L'analisi porta la firma dei giudici di Cassazione che hanno depositato le motivazioni della sentenza di condanna di Rudy Guede, uno dei tre ragazzi considerati autori dell'omicidio. Gli altri sono Amanda Knox e Raffaele Sollecito per il quale è in corso il processo di secondo grado.

I togati romani dunque hanno avallato il teorema dell'uccisione a più mani dimostrato dai Pm Giuliano Mignini e Manuele Comodi che avevano collocato i tre giovani all'interno della stanza di Meredith durante le fasi prima delle minacce, poi della violenza e infine della morte avvenuta per via di una ferita mortale con un coltello.

"Una forza brutale - così si evince dalla sentenza - e prevaricatrice di una plurima collettiva condotta che rivela nei suoi tristi protagonisti la volontà orgiastica di dare sfogo agli impulsi criminali più perversi tali da destare un profondo senso di sbigottimento, ripugnanza e disprezzo in ogni persona di moralità media".

Involontariamente la Cassazione, con la spiegazione delle dinamiche dell'omicidio, avalla anche le scene dure dell'omicidio riportate e prossime ad essere proiettate di un film per la Tv che ha provocato grandi polemiche, sollevando anche le ire delle difese di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Un duro colpo questo per Amanda e Raffaele che nelle settimane scorse avevano invece sperato in un nuovo corso della magistratura dopo che era stata avvallata una perizia super-partes su alcune tracce biologiche - considerate dalla difesa contaminate - che avevano portato alla condanna i due ex findanzatini.

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