di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Un ritratto in 3D. A tutto tondo, insomma. Diego Armando Maradona messo a fuoco da ogni lato. Nel bene e nel male. A firmare quest'ultimo libro sul più grande calciatore di tutti i tempi (o comunque tra i più celebrati) - che si intitola "Il re degli ultimi - I sette anni meravigliosi e folli di Maradona e Napoli" é un giornalista perugino, Enzo Beretta. Il volume verrà presentato domenica pomeriggio al Morlacchi (ore 18) presente l'autore ed i giornalisti Italo Carmignani e Mario Mariano.
Ha scritto Fabrizio Roncone nella prefazione: "Questo é un libro strepitoso. Assolutamente strepitoso. Ed io sono prigioniero di una martellante ed euforica confusione scatenata da un conturbante misticismo (Maradona é senza dubbio il Dio del calcio che si é fatto uomo ed é venuto a giocare per noi, tra noi) e da un purissimo divertimento (Santo Cielo quanto calcio c'é, in queste pagine)".
Se lo afferma Roncone, firma di prestigio nel panorama nazionale, già cronista del Napoli ai tempi del secondo scudetto, non si può non credergli.
A scorrere le pagine, in effetti, viene fuori di tutto. L’aspetto pubblico e quello privato. Le virtù e le doti calcistiche (ed anche umane) ed i vizi. Ed ancora di più. Un viaggio che inizia dal giorno della sua presentazione al pubblico del San Paolo (allora: oggi porta il suo cognome), il 5 luglio 1984, un giovedì pomeriggio, per buona ricordanza, con 80mila spettatori festanti ad osannarlo fino alla partenza, al suo addio. In mezzo decine e decine di vicende, di aneddoti che restituiscono al lettore un fuoriclasse che ha incantato non solo i napoletani, ma il  mondo intero.
In questa biografia "sui generis" - non cronologica, ma per temi, per argomenti - Beretta conduce il lettore, quasi tenendolo per mano, a Soccavo, il campo di allenamento degli azzurri, nei vicoli della città, dietro le quinte del calcio (il pre-contratto firmato sul cofano della Jaguar), le curiosità (come é nato il motivetto "Maradona é meglio di Pelé"), il merchandaising sulla sua figura, la cabala e le scommesse al gioco del Lotto (il campione veniva abbinato al numero 43, cioé la somma tra il 42, il giocatore di calcio e l'1, che per la smorfia rappresenta Dio), gli hobby del Pibe (sorpreso a fare l'elettricista e l'antennista). 
Dalle pagine emerge il Maradona ecologista (che lancia la campagna per "Napoli pulita": "Senza i cumuli di spazzatura Napoli potrebbe essere la città più bella del modo"), ma anche il campione che frequentava i locali notturni, tra fumo, champagne e belle donne, che sniffava, che teneva contatti con esponenti della camorra. La parte luminosa e la parte oscura, dunque.
Fuori dai denti: un libro da divorare. A non sfogliarlo varrebbe - per i lettori mancati - la frase dello striscione, che i tifosi partenopei esposero di fronte al cimitero di Fuorigrotta: "E non sanno che se so' perso".

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