di Armando Allegretti

PERUGIA - Dall'incontro svoltosi, come ricorderete il 29 agosto scorso tra i vertici istituzionali della Regione e i deputati e i senatori eletti in Umbria è emersa un’ampia disponibilità dei parlamentari umbri, di maggioranza e di opposizione, ad accogliere la proposta di emendamenti alla manovra finanziaria finalizzati al riequilibrio dell'attuale peso dei tagli che incombono sul sistema delle regioni e delle autonomie locali.
Si ma quali saranno i reali effetti dei tagli annunciati dalla manovra e quali effetti ci saranno sulla Regione Umbria?

Analizzando la manovra del Governo per gli anni 2010-2014 quello che salta all’occhio è che da luglio 2010 ad agosto 2011 il Governo, oltre alla legge di stabilità del 2011, ben tre provvedimenti che interessano la correzione dei conti pubblici.

In primo luogo la manovra correttiva per gli anni 2010 -2013 che reca delle misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica (parliamo del d.l. 78 del 31 maggio 2010) e all’epoca infatti secondo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, non si trattava della solita manovra finanziaria di aggiustamento dei conti pubblici, bensì in un intervento finalizzato al superamento della crisi dell’euro, provocata dalla speculazione, intervenendo con tagli alla spesa pubblica ed una riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione.

Successivamente il Governo, non contento, “propone” una manovra correttiva per gli anni 2011-2014, recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria fino ad approdare ad un’ulteriore manovra correttiva per gli anni 2011-2014, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.

Ebbene tre manovre nel giro di un anno cosa hanno prodotto? Un ammontare di tagli pari a 16 miliardi (di euro, si intende) per il 2011, 50 miliardi per il 2012, 74 miliardi per il 2013 e 43 per l’anno 2014.
In tutto questo le Regioni hanno concorso alle manovre di rientro in modo estremamente pesante e sicuramente in modo sproporzionato rispetto a quello che è il loro reale peso sulla spesa pubblica.
Ad esempio per quanto riguarda la Sanità, il d.l. 78 e il d.l. 98 hanno prodotto delle riduzioni, che dovrebbero essere compensate a detta della manovra dai risparmi, di circa 9000mln di euro del 2011 fino ai 19000 del 2014.

Questi effetti delle manovre del Governo sulla Regione Umbria sono particolarmente pesanti sia in termini di tagli alla disponibilità delle risorse e sia di minori possibilità di pagamenti e impegni conseguenti soprattutto alla stretta sul Patto di Stabilità interno. Gli effetti dei tagli alla sanità sulla Regione Umbria si quantificano nei -109 milioni del 2011 fino a arrivare progressivamente al 2014 con ben -303milioni di euro.

La Sanità è stata particolarmente colpita attraverso la riduzione del fondo, il mancato rifinanziamento dei tickets e la riduzione del livello FSN di 2,5 miliardi per il 2013 e 5 miliardi per il 2014.
Dopo aver affossato la sanità il Governo ha ben pensato di mirare anche alle altre risorse dello Stato in altri settori, e in effetti il Dl 78/2010 ha azzerato tutte le risorse del bilancio che riguardano settori specifici come ambiente, viabilità trasporti pubblici, demanio idrico, imprese, opere pubbliche, politiche sociali, agricoltura, edilizia, politiche per la famiglia e quant’altro.

In Umbria la riduzione per settori rappresenta minori risorse per circa 104 milioni di euro nel 2011 e circa 117 dall’inizio del 2012 colpendo maggiormente i trasporti pubblici, la viabilità e l’edilizia residenziale.
Fatto sta che il Governo, però il 16 dicembre scorso, si è impegnato con le Regioni a rivedere alcuni tagli previsti dal dl 78/2010, ad alleggerire il patto di stabilità interna e a rivedere i tagli previsti sul trasporto pubblico. Belle parole, perché l’accordo del 16 dicembre non è stato affatto rispettato infatti i tagli previsti non sono stati reintegrati, non c’è stata alcuna fiscalizzazione dei trasporti pubblici e il patto sociale è stato alleggerito solo di 600 milioni.

Abbiamo accennato anche al patto di stabilità, e in effetti i tre provvedimenti citati hanno operato un forte inasprimento dei limiti e vincoli del patto stesso per le Regioni restringendo la possibilità di pagamento e impegno stesso e questo comporterà per la Regione Umbria minori pagamenti (circa 98 milioni) rispetto al limite del 2011 che era stato già ridotto, tra l’altro, di circa 60 milioni.

Il diktat della manovra statale impone alle Regioni 6 mesi di tempo per adeguarsi e provvedere al proprio ordinamento prevedendo che il numero degli assessori e dei consiglieri, dalla prossima legislatura, sia da un minimo di 20 consiglieri e 4 assessori per Regioni fino a 1mln di abitanti fino ad arrivare ad un massimo di 80 e 16 per Regioni superiori a 8mln di abitanti. Pel le spese politiche si parla anche di una riduzione degli emolumenti e delle utilità tenendo conto della determinazione del trattamento economico dei Parlamentari e un trattamento economico dei consiglieri Regionali commisurato all’effettiva partecipazione ali lavori del Consiglio regionale.

Tagli, tagli e ancora tagli che vanno a toccare anche Province e Comuni. Per l’Umbria significherebbe la soppressione della provincia di Terni, poiché i tagli dovrebbero riguardare (secondo i dati del censimento 2011) le province con popolazione inferiore ai 300.000 abitanti o con una superficie complessiva inferiore a 3000 km quadrati.

I Comuni invece, quelli con meno di 1000 abitanti sparirebbero dalla cartina, e in Umbria se ne contano 10: Paciano, Preci, Monteleone, Lisciano Niccone, S.Anatolia, Scheggino, Vallo di Nera, Poggiodomo, Parrano e Polino e per gli altri che si salverebbero l’unico organo di Governo sarebbe il Sindaco con funzioni di qualità di ufficiale del Governo.

Detto ciò, siamo pronti ad accettare le scelte miopi fatte dal Governo per tappare i buchi di una manovra finanziaria che a quanto pare fa acqua da tutte le parti? Siamo davvero consapevoli delle ripercussioni economiche e sociali che questa manovra produrrà se verrà attuata così com’è stata proposta? 

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