Dopo un anno dalla loro entrata in vigore le norme contenute nell'articolo 20 del decreto 78/2009 dal titolo esplicativo “Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile” hanno prodotto i risultati sperati? La risposta è no secondo l'Inca Cgil dell'Umbria che, insieme allo Spi Cgil di Perugia e alla Cgil provinciale, denuncia una situazione di grave disagio per moltissimi invalidi “veri”, fortemente penalizzati dalle nuove procedure e dai tanti passaggi burocratici introdotti dalla nuova normativa.
“La premessa necessaria è che noi vogliamo che i furbi e i disonesti siano scovati e puniti – affermano Franca Gasparri, coordinatore regionale dell'Inca Umbria, Oliviero Capuccini, segretario generale dello Spi Cgil di Perugia e Tiziana Ciabucchi della Cgil provinciale – ma la realtà è che ad essere puniti qui sono i veri invalidi che hanno visto dilatarsi enormemente i tempi e complicarsi le procedure per ottenere quanto spetta loro per legge. Oggi, con le nuove regole – spiegano ancora i tre – una pratica per una domanda di invalidità civile, handicap o disabilità deve essere esaminata tre volte, prima dai medici delle Asl, poi da quelli dell'Inps e infine dalla sovrintendenza medica nazionale a Roma. Una procedura che non solo comporta costi molto più elevati di prima (quando erano i Comuni a gestire le pratiche insieme alle Asl), ma che soprattutto crea spesso dei tempi di attesa “pazzeschi”. “Abbiamo casi, anche qui in Umbria – spiega ancora Franca Gasparri – di persone che hanno dovuto aspettare fino a sette mesi per una visita e tra questi anche un malato oncologico che per legge andrebbe chiamato entro 15 giorni”.
Sono questi dunque i risultati della “lotta ai falsi invalidi”? E chi ripagherà quelli veri dei diritti non goduti per mesi o forse anni? Queste sono le domande che la Cgil e Inca pongono con forza all'Inps. Ma non è tutto.
C'è infatti anche il problema dei controlli agli invalidi che hanno già il diritto acquisito al sostegno economico. Anche qui – sostengono Spi, Cgil e Inca – è sacrosanto cercare di scoprire i falsi invalidi, ma che senso ha chiamare alle visite tutti quanti, facendoli spostare talvolta anche per molti chilometri? Che senso ha scomodare anche chi è senza gambe, i tetraplegici, i sordomuti, i ciechi assoluti o le persone affette da nanismo? Eppure è questo che sta accadendo”, denunciano ancora sindacato e patronato. E in questo modo, aggiungono, “l'impressione è che si vogliano colpire e colpevolizzare tutti gli invalidi, quasi a scoraggiarli a rivendicare il loro sacrosanto diritto con il fine esclusivo di risparmiare”.
Una denuncia forte quella della Cgil, che però a Perugia non è isolata. Infatti, nella riunione del 13 dicembre, il comitato provinciale dell'Inps, di cui fanno parte tutte le parti sociali, ha approvato praticamente all'unanimità (con la sola astensione del direttore) un ordine del giorno proposto proprio dalla Cgil nel quale si afferma che “il decreto 78/2009 interviene pesantemente sui diritti delle persone disabili e dei loro familiari stravolgendo l'orientamento del Parlamento con ricadute negative sull'accesso ai permessi ed ai congedi. Il Comitato – si legge ancora nell'odg – ritiene inaccettabili simili procedure di negazione generalizzata dei diritti ai cittadini più deboli. Procedure che si prestano non tanto alla eliminazione di assegnazione di benefici giuridici e monetari a chi non ne ha diritto, cosa che condivideremmo in pieno, quanto a risparmiare, creando disagio a persone realmente malate e con l'aggravio dei costi a carico di Inps e Asl per commissioni mediche doppie o triple”.
In questo quadro fortemente penalizzante per i diritti delle persone disabili, Cgil, Spi ed Inca sono a disposizione presso tutte le sedi del sindacato e del patronato per assistere gli interessati gratuitamente, sia nella predisposizione della prima domanda di invalidità civile, handicap o disabilità, sia ogni qual volta arrivino comunicazioni o inviti da parte dell'Inps.

 

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