L'Afganistan, come dice Tony Capuozzo, uno dei meravigliosi giornalisti che io adoro, segna la fine della capacità americana di essere nazione dominante del mondo. Non è tanto aver buttato tremila miliardi di dollari, è piuttosto l'incapacità di dirigere, guardare, anticipare e comprendere. La grande democrazia soffre del male comune ai grandi dominatori del mondo: l'incapacità di generare, nel tempo, persone capaci di distinguersi, fare in maniera eccellente, produrre idee, pensiero, usi e costumi.
Più o meno quello che è accaduto ai Romani, dissolti quando i grandi generali e imperatori non c'erano più, quando le grandi famiglie che avevano fatto da ossatura allo stato, all'impero, sono venute meno. Ed ecco allora che dopo i Cesare e Augusto, dopo Costantino e Adriano, tanto per citarne solo alcuni in secoli di storia, sono arrivati i Caligola e i Nerone, i Commodo e i Caracalla, più folli che geniali. E con loro sono defunti i cervelli  che producevano architettura, letteratura, retorica, arte, diplomazia.
Più o meno quello che accade in America e non sorprendiamoci perchè l'incapacità americana l'abbiamo sempre vista e sottaciuta. Vivevano del mito americano e dell'America, ma il gigante aveva piedi di argilla. Fino a quando è durato il duello con l'Unione Sovietica hanno retto, sono stati capaci di manovrare lo scacchiere del mondo, mettendo il loro uomo qui, rovesciando di là, sistemando prima Saddan Ussein contro l'Iran e poi accusarlo di essere un folle, lo stesso con Gheddafi e con altri mille esempi, in ogni parte del mondo.

Poi il grande duello è finito ed è evaporato anche il motivo per migliorarsi per essere migliori. Si sono adagiati sul fatto di essere i migliori comunque, di aver sconfitto il regime sovietico, di aver cancellato il comunismo con un colpo di spugna. Ma non avevano capito che oltre Cuba c'era un altro comunismo, taciturno e concreto, lontano da tutto, in ombra e silenzioso. La Cina con il suo miliardo e mezzo di abitanti era un serbatoio di manodopera per la tecnologia americana. Elettronica, computer, cellulari, tutto da fare in Cina, dove i cinesi lavoravano per un pugno di riso. Ma la Cina aveva fame e si è sfamata.

Oggi è la prima potenza mondiale per il commercio, tecnologia e capacità, in un condensato di perfetto comunismo, in mano al partito unico. Avevano pensato gli americani che la Cina fosse piazza Tienanmen, che Pechino non avesse la minima capacità di sopravvivere alla potenza americana. Dal 1989 di quella Cina non c'è rimasto nulla, solo la bandiera è rimasta quella, un balzo in avanti negli ultimi 12/13 anni che ha portato il grande oriente a mettere le mani su tutto: Europa, Africa, Asia. Milioni di negozi di cineserie in tutta Europa, merce scadente e senza controlli, occhi benevoli dei governanti e oggi basta uscire di casa per vedere che bar, negozi, pizzerie, barbieri, parrucchieri, lavanderie, ristoranti per una buona parte parlano cinese. Sono loro i padroni del mondo.

E mentre gli americani combattevano i talebani, la Cina ospitata i nuovi capi afgani, stringeva rapporti, accordi e complicità. Da anni, non da ieri, sia chiaro. Qualcuno dice che la Cina, che confina con un corridoio di terra con l'Afganistan, abbia una paura feroce dei nuovi padroni del vapore. I cinesi sanno benissimo come si doma la tigre: con i soldi, con gli affari infischiandosene della democrazia, del burka, della Sharia,  di testi sacri e profeti. Soldi, tanti, in cambio di ferro, rame, cobalto e oro. 
Non basta, perchè l'Afganistan ha le REE che pochi altri paesi "corruttibili" possono avere. REE sta per Rare Earth Elements, minerali rarissimi che valgono sul mercato più dell'oro, come il lantanio, cerio, neodimio. E litio, infinite vene di litio, quel minerale che alimenta tutti gli apparecchi elettrici, auto, cellulari, computer, tablet... La vera ricchezza del mondo futuro.

L'Impero Romano finì travolto dalle invasioni barbariche, senza capacità di contrastarle e con la convinzione che accogliendo i popoli invasori si sarebbero salvati. Gli Americani hanno fatto con la Cina più o meno lo stesso: non sono un pericolo, li addomestichiamo quando e come vogliamo. Già come avevano detto in Vietnam e in Afganistan. Uguale!

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