FOLIGNO - Grande attesa a Foligno per il prossimo concerto degli Amici della Musica. Ramin Bahrami, giovane pianista iraniano tra i più grandi interpreti bachiani al mondo, porterà all'Auditorium San Domenico le Variazioni Goldberg, monumento classico di tutti i tempi, un racconto-concerto in prima assoluta commissionato dall'Associazione folignate, ideato e scritto da Sandro Cappelletto.


C'è chi sostiene che il prossimo appuntamento degli Amici della Musica di Foligno è uno di quei concerti che bisogna aver ascoltato almeno una volta nella vita. L'occasione infatti è davvero straordinaria perché domenica 16 ottobre, l'Auditorium San Domenico ospiterà, con inizio alle 17, un evento musicale davvero eccezionale, affidato al pianoforte di uno dei più grandi interpreti di Bach del momento, il trentaquattrenne pianista iraniano Ramin Bahrami.

Sarà lui, in un racconto-concerto ideato e scritto dal musicologo e critico musicale Sandro Cappelletto - con lui in scena - a farsi interprete di uno dei massimi capolavori della letteratura classica mondiale, le notissime e amate Variazioni Goldberg che Johann Sebastian Bach scrisse nel 1740. E grande è la soddisfazione dell'Associazione folignate per la prima assoluta di questa formula, di una variazione per così dire narrata, commissionata diversi mesi fa ai due artisti.

Grande attesa quindi per Ramin Bahrami, un vero talento, interprete che sta conquistando ovunque premi e riconoscimenti di critica e di pubblico e che, dopo esser fuggito dodicenne dall'Iran per motivi politici, ha trovato rifugio in Italia dove ha studiato pianoforte diplomandosi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con Piero Rattalino che di lui dice: "Ramin Bahrami scompone la musica di Bach e la ricompone in modi che risentono di un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello. Io gli ho insegnato a sopportare il morso, ma non l’ho domato; e spero che continui ad essere com’è".

Oggi Bahrami vive a Stoccarda, ma gira il mondo acclamato nei più importanti festival e teatri. È del maggio 2010 il grande successo con Riccardo Chailly alla Gewandhaus di Lipsia, o in Italia, all'Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove è apparso nella prestigiosa rassegna “Solo Piano” accanto a Maurizio Pollini, Grigory Sokolov, Daniel Barenboim, Jean-Yves Thibaudet e Evgeny Kissin.

Il suo nome viene accostato ad un gigante, Glenn Gould, di cui viene considerato erede, ma che soprattutto ha segnato il suo amore per Bach, rafforzato dalle ultime parole lasciategli dal padre in punto di morte - Bahrami aveva 14 anni - imprigionato dal regime: "frequenta Bach, non ti lascerà mai solo". E lui non l'ha lasciato, fino a raggiungerne le più alte vette interpretative. Ramin incide per Decca e le sue incisioni hanno scalato le classifiche internazionali con numeri solitamente propri della musica pop.

Perché Barhami è “un mago del suono, un poeta della tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach su una via veramente personale…” si legge sul Leipziger Volkszeitung. Quanto alle sublimi Variazioni Goldberg (Aria con 30 variazioni BWV 988), il cui nome sembra derivi da un allievo di Bach, Goldberg appunto che le suonava ad un ricco signore che soffriva d'insonnia, sarà intervallata da alcuni, brevi interventi di racconto, scritti e narrati da Sandro Cappelletto - autore di vari testi teatrali e libretti per il teatro musicale - che illumineranno il capolavoro bachiano.

E allora, il concerto è proprio di quelli da non perdere, per la grandezza della musica, per la straordinarietà dei talenti, per la profondità e la poesia, per l'universalità di questo capolavoro. Conclude Sandro Cappelletto in una nota all'opera “Aria con diverse variazioni per clavicembalo a due manuali. Aria, proprio la parola italiana che in musica si usa per indicare il canto, la voce: l’aria del soprano, l’aria del tenore... E l’Aria con cui Bach comincia il suo racconto si dispiega con la dolcezza di una melodia d’opera, ma non gridata, non stentorea, sussurrata, sottovoce. Aria con diverse variazioni. Diverse perché sono differenti una dall’altra e anche perché sono tante: trenta. Trenta variazioni: dieci volte tre. Dieci è il numero della pienezza: nove più uno, assieme allo zero. È un numero che raccoglie e comprende tutti gli altri. Tre è il numero della perfezione. Bach era cristiano: 10 sono i comandamenti, 3 il simbolo della Trinità. Tutto si tiene, in questa musica. Johann Sebastian Bach, rigoroso come un matematico, fantasioso come un giocoliere.”
 

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