L’iniziativa “Green Umbria“, organizzata dalla Fim Cisl che si è tenuta all’Auditorium “Maurizio Santoloci” dell’Arpa di Terni, è stata l’occasione per la categoria dei metalmeccanici della Cisl di rendersi protagonisti, ancora una volta, sui temi legati alla “Green economia” e quindi allo sviluppo che deve essere inteso nella sua più ampia accezione, ossia economico, sociale ed ambientale. Per questo si è trattato prima di tutto di contrattazione: per la Fim Cisl Umbria, infatti, il cambiamento va anticipato, interpretato e guidato e i delegati nelle aziende, come agenti del cambiamento, devono essere protagonisti, non solo per tutelare i lavoratori, ma anzi per riuscire a trarre opportunità da una transizione che, come descritta nei lavori odierni, è di complessa portata. Dopo questa giornata di approfondimento inizierà la fase operativa: dei veri e propri laboratori di formazione contrattazione di temi della Sostenibilità per i delegati nelle aziende.
I lavori si sono aperti con il saluto del direttore regionale Arpa Umbria Luca Proietti, che ha sottolineato come sia necessario aderire a un nuovo approccio di sviluppo dove la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella sociale ed economica e, come in questo processo, ricopra un ruolo fondamentale la formazione. Ha quindi preso la parola - nell’incontro moderato da Antonello Gisotti (operatore nazionale Fim Cisl salute sicurezza ambiente) - il segretario generale Fim Cisl Umbria Simone Liti. “Industria, salute e ambiente non solo devono convivere, ma possono farlo - ha esordito Liti -, purché lo sviluppo e la sostenibilità vadano di pari passo. In questo processo il sindacato è parte della soluzione e deve puntare sulla formazione, partecipazione, contrattazione collettiva (cercando di incrementare il numero delle figure specializzate sul tema dell’ambiente), sostenibilità sociale ed economica”. Partendo, proprio da questa premessa, è stato poi il segretario regionale Cisl Umbria Riccardo Marcelli che ha sollevato una delle questioni chiave della giornata: “Ha senso trattare di sostenibilità ambientale in un contesto come quello che stiamo attraversando che oggi si caratterizza proprio per la sua crisi energetica?” La risposta non solo è stata positiva, ma ha permesso al segretario di descrivere la situazione umbra e la virtuosità del distretto della manifattura ponendo l’accento sulle differenze territoriali. “Il consumo annuo di gas naturale per uso industriale in provincia di Terni è di 171 milioni di metri cubi, in quella di Perugia è di 90 milioni. L’apparato produttivo ternano adopera quasi il doppio del gas di quello perugino, pur essendo circa un terzo in valori assoluti. La situazione si ripete, con intensità minore, per l’energia. L’industria ternana - ha quindi precisato- consuma annualmente 1525 Gigawatt, quella perugina 1.110”. Per la Cisl Umbria - in sala anche il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti - trattare di questi temi significa investire anche e soprattutto il formazione, partecipazione e welfare aziendale. “Lavorare sulla sostenibilità - ha spiegato Marcelli - significa investire su modelli di sviluppo e di partecipazione dei lavoratori”. Una sostenibilità, quindi, che deve nascere da una giusta transizione. “La giusta transizione - ha sottolineato Cosmo Colonna (Dipartimento energia sicurezza ambiente e territorio Cisl nazionale) - è la principale strada da percorrere e passa dall’uscita delle energie fossili”. Su questo è stato quindi detto che giocano un ruolo fondamentale le scelte politiche globali, gli investimenti pubblici e privati, le innovazioni tecnologiche. E proprio in tal senso il dirigente di Arvedi Ast, Fernando Camponi, ha sottolineato come l’Acciaieria stia lavorando all’acciaio verde, prevedendo una nuova classificazione. A questo è stato aggiunto un ulteriore aspetto, quello del direttore generale Rampini Spa, Fabio Magnini, che ha asserito come nel 2018 l’azienda da lui rappresentata abbia deciso di riconvertire le linee di produzione dal diesel all’elettrico e all’idrogeno. “Il futuro - ha spiegato Magnini - prevede una mobilità pubblica e pesante sempre più orientata all’idrogeno”. Il presidente Confindustria Umbria - sezione meccanica, Paolo Garofoli, nel suo intervento ha quindi messo l’accento sulle competenze che servono per valorizzare le aziende. Per lui serve mettere al centro l’uomo per elevare la consapevolezza: in virtù di questo è stato sottoscritto col sindacato il primo accordo di secondo livello sulla sostenibilità. Ma per parlare di sostenibilità è necessario trattare di formazione. Ecco dunque entrare nello specifico dell’argomento formazione Cristiana Simoncini (Scuola di alta formazione ambientale), che ha illustrato ai presenti il compiti della Safa scuola alta formazione. Tra gli obiettivi di questa quello di formare professionisti e tecnici altamente qualificati, competenti, specializzati e adattabili alle sfide che il tema ambientale pone di fronte ogni giorno. La Safa è anche un contenitore culturale che mira a formare i cittadini del presente e del futuro, offrendo loro la possibilità di acquisire una coscienza e una conoscenza di tutto ciò che riguarda la sostenibilità ambientale.
Non a caso nel corso dell’incontro si è arrivati a far riferimento ai cittadini, e non solo ai lavoratori. Per la Fim Cisl, infatti, lo sviluppo deve essere inteso come un percorso di progresso complessivo. “Le innovazioni necessarie alla sostenibilità - ha spiegato il segretario nazionale Fim Cisl salute sicurezza ambiente Valerio D’Alò nelle conclusioni dei lavori - devono essere condivise e non devono lasciare indietro alcuna persona, perché solo in questo modo saranno efficaci per i lavoratori, i cittadini e in generale per il territorio. La transizione in realtà non è cosa facile - ha messo in guardia il segretario - e dovrà passare dalla contrattazione e dalla formazione. In questo percorso abbiamo grandi responsabilità e non dobbiamo dimenticarlo. Si tratta di una vera e propria sfida, che per i delegati deve iniziare già da domani all’interno delle aziende nelle quali sono impegnati”.
 

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