Quello che accadeva sulle strade dell'Umbria era da raccontarlo con chitarra e organetto per l'assurdità del pensiero e dei divieti.

La provincia di Perugia per non mettere mano alle condizioni pietose delle strade, aveva imposto per le biciil limite di 5 km/h, impossibile da mantenere o semplicemente ottenere pedalando una bicicletta.

Della vicenda se ne era occupata con veemenza la FIAB che oggi racconta la sua vittoria.
 

Un caso da manuale sull’ottusità della burocrazia della Provincia di Perugia: dopo aver rifiutato a priori il confronto sollecitato dalle associazioni ciclistiche, si trova obbligata a revocare l’ordinanza (n° 15 del 1 febbraio 2021) con cui aveva istituito il limite di velocità a 5 km/h per le biciclette e 10 km/h per i motocicli lungo circa 130 km di strade provinciali particolarmente malmesse. 

L’efficacia di quella ordinanza era stata sospesa dal Tribunale amministrativo regionale (già il 12 maggio successivo) dopo il ricorso a cui erano stati costretti i circoli Fiab più direttamente toccati: Perugia Pedala e Marsciano.

Una vicenda che è costata tempo e denaro alle due associazioni di volontariato, a cui va aggiunto quello speso dalla Provincia di Perugia per realizzare i cartelli, collocarli ai bordi delle strade interessate, “oscurarli” con lugubri sacchetti dell’immondizia neri meno di tre mesi dopo e per le spese legali.

 

Alla vigilia dell’udienza di merito davanti al Tar dell’Umbria, la Provincia ha fatto marcia indietro con una nuova ordinanza (n° 236 del 2 settembre 2021) con la quale ha revocato la precedente e nuove ordinanze che istituiscono limiti di 15 km/h per le biciclette e 20 km/h per i motocicli per i soli tratti maggiormente degradati. 

“Uno spreco di tempo, denaro, energie che si sarebbe potuto evitare se solo ci fosse stata disponibilità di ascolto alla nostra richiesta di incontro ancora nel mese di gennaio” evidenzia Paolo Festi presidente di Fiab Perugia Pedala.

Festi ricostruisce la vicenda in questo modo: “Avevamo chiesto un incontro per cercare soluzioni più ragionevoli e condivise; si sarebbe potuto ovviare al problema, che non disconosciamo, delle strade pericolose soprattutto per le due ruote. Ma non è con divieti assurdi e impossibili da rispettare che si migliora la cultura stradale e si evitano incidenti. Per Fiab è indispensabile la manutenzione delle strade insieme alla collocazione razionale e tempestiva della segnaletica di pericolo. Torneremo perciò a chiedere un confronto con l’Ente all’esito del quale valuteremo la nostra posizione difronte al Tar in vista dell’udienza di ottobre”

 

Sulla vicenda interviene anche Micaela Doretto, presidente di Fiab Marsciano: “la nostra regione è per sua natura a forte vocazione cicloturistica e le strade provinciali, grazie allo scarso volume di traffico e al fatto che congiungono tra loro i nostri bellissimi borghi, costituiscono ottimi tratti di collegamento sia per i pendolari delle due ruote sia per i cicloturisti. Con provvedimenti del genere non si incoraggia di certo l’uso della mobilità sostenibile”.

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