Presso la sede della Confindustria di Terni, la Direzione Aziendale della Faurecia di Terni ha illustrato un aggiornamento relativamente all’andamento del piano industriale.  

 

La FIOM – CGIL di Terni guarda positivamente a quanto affermato dall’Azienda in riferimento al risultato economico dell’anno 2022, che dovrebbe addirittura andare oltre quanto preventivato a budget, alla conferma della stabilizzazione di 10 lavoratori, attualmente interinali, che si vedrebbero assunti direttamente dalla Faurecia e il confermato impegno e attenzione verso il tema dell’assunzione delle donne in Faurecia.

 

Premesso che sono segnali non scontati, in un generalizzato panorama socio economico di crisi profonda come quello attuale, non possiamo nascondere anche alcune situazioni a nostro avviso non positive.

Negativo il fatto che si continui a rimandare un confronto con un piano industriale di più ampio respiro, che affronti tutti i temi connessi alla transizione ecologica e, quindi, le problematiche che potremmo dover affrontare in termini di riconversione, reindustrializzazione, ecc ..., così come eventuali discussioni sulla possibilità di ricostruire una filiera del “tubo marmitta per motori a idrogeno” sul territorio, che vada a sostituire quella attualmente in essere, ma legata ai motori endotermici che verranno dismessi nei tempi fissati dall’UE (attualmente il 2035).

Legata ad un piano industriale di questo tipo, anche la discussione sull’andamento dei livelli occupazionali, che per la FIOM deve andare oltre le 10 stabilizzazioni e guardare molto più al futuro. In questo senso l’operazione con cui l’Azienda ha detto di voler passare in “staff leasing” altri 5 lavoratori interinali, non può rientrare, a nostro avviso, in una ottica di superamento del lavoro precario.

Ribadiamo il giudizio negativo, vista anche la conferma del risultato economico dell’anno in corso, in merito alla recente posizione aziendale di chiusura e di mancanza di sensibilità verso i dipendenti, che ha portato al mancato riconoscimento di aiuti di natura economica legati ai rincari dei costi dell’energia e del costo della vita, così come previsto dai Decreti Legge governativi del recente passato.

Ribadiamo, altresì, la centralità della RSU, che deve essere valorizzata attraverso i canali del confronto e della discussione con la Direzione Aziendale, per quanto riguarda la gestione delle dinamiche aziendali riguardanti le lavoratrici e i lavoratori. Invitiamo quindi l’azienda ad un rinnovato impegno nel perseguire la strada delle relazioni sindacali con i rappresentanti dei lavoratori, assumendo atteggiamenti di discontinuità rispetto a quanto posto in essere nel recente passato come, ad esempio, la mancata convocazione di tavoli affinché si discutesse delle stabilizzazioni, dei riconoscimenti delle professionalità e di un accordo al passo con i tempi che andasse a regolare lo smart working.

 

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