Però che bellissima partita! Non amo il calcio, non riesce nemmeno ad interessarmi molto, passa come evento sportivo ma non mi emoziona. Eppure ieri pomeriggio la ternana è riuscita a farlo, a emozionarmi, come immagino avrà fatto con molti di voi che mi leggono. Andare a Bologna, con la formazione neo promossa dalla Serie C e infilare per 5 volte la rete dei rossoblù, sbagliando un rigore e tornando a casa con un risultato di altri tempi, vincendo la gara, non si può nascondere che emozioni.
Nella mia vita di gioventù sono andato allo Stadio Liberati, non per vedere la ternana che giocava in serie A, ma per vendere panini. In curva Sud per la precisione, allungandomi fino alla Tribuna e i Distinti Centrali. Mi guadagnavo la settimana da liceale così, andando a vendere i panini incartati con la carta oliata a 250 lire al boccone. Il giornale costava 100 lire, un biglietto del pullman 50 e vendere il panino con due fette di salame era impresa non facile.
La Ternana l'ho conosciuta così vendendo panini tra i tifosi che gridavano, gioivano, si disperavano: più disperavano che gioivano lo ammetto vista la forza della squadra matricola della Seria A di fronte ai grandi squadroni del calcio elitario. La Ternana l'ho intravista così guadagnando 15 lire a panino venduto e imbastendo alla terza giornata una piccola lotta sindacale per averne 20 di lire a panino venduto. Le lotte sindacali allora avevano successo e il datore di lavoro, invece di perdermi e trovare un'altro venditore, accettò l'adeguamento salariale. Un centinaio di panini venduti ad ogni partita da mezzogiorno alle quattro del pomeriggio con il panino che potevo mangiarmi e che preferivo invece incassare per intero rinunciando a sfamarmici come pranzo.
Mi tornavano in mente le emozioni che sentivo nei tifosi, in tante persone che conoscevo e che salutavo, mentre vedevo un pezzo della partita con il Bologna in TV. Emozioni regalate senza fine, il tornare indietro nel tempo, ruminando gesti atletici, annuncio delle formazioni, ingresso in campo con l'accompagnamento della canzone di Nino Manfredi "Me Pizzica me Mozzica" che accompagnava le fere. Per me segnava la prima pausa che l'esperienza lavorativa suggeriva. Impossibile distogliere l'attenzione del tifoso, anche di quello che aveva il languorino nello stomaco. Tornavano in mente i nomi di battaglia di alcuni tifosi, dei gruppi che attaccati uno all'altro facevano tifo.
Emozioni del gioco del calcio, di 22 uomini in mutande che corrono dietro al pallone, di ale sinistre e mediani, di terzini e liberi che costituivano le regole fondamentali del calcio.
Emozioni rivissute senza gridare davanti a putti: "panini, sono arrivati i panini della Ternana, forza Ternana e vai con il panino!"
Emozioni che stranamente e all'improvviso il calcio d'agosto ti regala guardandolo in TV.

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