ORVIETO - Esorta ''ancora una volta all'obbedienza al Santo Padre e alla comunione'', e si dice in ''totale dissenso'' rispetto ad ''iniziative assunte autonomamente e irresponsabilmente'' da qualcuno dei suoi fedeli per impedire una sua eventuale rimozione, il vescovo di Orvieto-Todi, Giovanni Scanavino, che, nel dicembre scorso, dopo il suicidio del diacono Luca Seidita, aveva rimesso il suo incarico nelle mani del Pontefice.

La mobilitazione partita nelle ultime ore a Orvieto, con la petizione di alcuni fedeli al Papa (e' stata la stessa diocesi nei giorni scorsi a rendere noto che il Santo Padre ha preso una decisione) ha sollecitato monsignor Scanavino ad intervenire oggi con un proprio comunicato.

Il vescovo richiama - come detto - all'obbedienza al Pontefice e, dopo aver evidenziato il ''clima di tensione e la confusione mediatica'' di questi giorni, si limita ad annunciare che sabato prossimo alle 11,30 rendera' pubblica la decisione assunta dal Papa rispetto all'intera vicenda.

Il diacono Luca Seidita, 29 anni, originario di Lecce, si era suicidato - secondo la ricostruzione della magistratura - gettandosi dalla Rupe di Orvieto la sera del 31 ottobre scorso. In una lettera aveva spiegato di averlo fatto per il diniego che gli era stato opposto a diventare sacerdote. ''Per lui questo diniego era stato un dramma assoluto'', aveva spiegato successivamente il vescovo Scanavino.
 

Condividi