Fonte: La Repubblica

ROMA - Passano pochi minuti dalla fine della conferenza stampa del governo dopo l'approvazione della manovra che arriva la prima risposta del leader del Pd Pier Luigi Bersani: "La leggerò, certo. Ma così come è uscita, questa manovra non è in grado di rispondere ai problemi. E' una manovra iniqua e inadeguata". Bersani annuncia anche le contro proposte del suo partito: "Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perché colpirebbero i 'vostri' quelli cioè che non pagano le tasse". E conclude: "Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salvera".

Anche D'Antoni (Pd) boccia le misure: "Un decreto iniquo, che massacra il Sud Italia, compiendo un atto di formidabile ingiustizia sociale, e condanna alla depressione le aree a maggiore potenziale di crescita, e di conseguenza l'intero paese alla stagnazione".

Giudizi simili da tutte le opposizioni. Per l'Udc "questa manovra - si legge in una nota di Gianluca Galletti, capogruppo vicario alla Camera - si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima".

Parole dure anche da Italo Bocchino (Fli): "Il provvedimento del governo per superare la crisi è l'esatto opposto di ciò che serve al Paese e agli italiani. Si potrebbe sintetizzare con lo slogan 'più tasse e meno servizi'". Bocchino aggiunge: "Si dovevano ridurre la tasse e sono state alzate, bisognava migliorare i servizi e sono stati tagliati. Va inoltre sottolineato che il governo non ha accolto neanche una proposta delle opposizioni, dimostrando scarso interesse per le convergenze utili al Paese", conclude.

Negativa la reazione anche dall'Api: "E' una manovra molto dura, con un forte rischio di effetti gravemente recessivi in assenza di interventi forti per la crescita che allo stato non sono valutabili". A parlare per il partito di Rutelli è la portavoce Linda Lanzillotta. "In Parlamento giudicheremo con il senso di responsabilità che la drammaticità della situazione richiede nell'interesse del paese. Sono, però, assenti interventi strutturali e ancora una volta si rinvia parte della manovra a una fumosa delega fiscale e a tagli lineari delle detrazioni".

Si dissocia in parte l'Idv. "Finalmente il Governo - ha detto Antonio Di Pietro - ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l'Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito. Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l'asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine è morto di fame".

Continua Di Pietro: "Almeno oggi, una cosa buona è stata fatta: il governo è finalmente passato dalle parole ai fatti, presentando la manovra prima dell'affondo del Titanic. Noi dell'IdV faremo fino in fondo il nostro dovere per evitare che la nave cali a picco". Un'analisi, quella dell'Idv, che non è affatto condivisa da Carmelo Briguglio (Fli): "Con tutto il rispetto per Antonio Di Pietro, le misure anti-crisi varate dal Governo sono inadeguate: tutte ombre con qualche specchietto per le allodole".

Secondo Alfonso Gianni, di Sinistra Ecologia Libertà, "anticipare una manovra di lacrime e sangue per i lavoratori e le famiglie di medio-basso reddito è già di per sé un delitto. Anzi doppio, perché da un lato si aggrediscono i redditi più bassi, comprimendo così oltre ogni misura la già ridotta capacità di spesa delle classi popolari, con ovvie conseguenze depressive sulla domanda interna; dall'altro si evita di affrontare il nodo essenziale che sprofonda l'Italia in una crisi strutturalmente più grave che altrove, cioè la mancata qualità dello sviluppo che è al contempo cattivo e misero".

"Ancora una volta - attacca Adria Poli Bortone, presidente di Io Sud - è comunque penalizzato il Mezzogiorno e sbrigativamente si è optato per ulteriori tagli alle risorse per il Sud. Auspichiamoche il governo sia disponibile ad un confronto perché siamo assolutamente scontenti in quanto non si può un giorno approvare il Piano per il Sud e il giorno dopo tagliare i Fas attraverso i tagli ai ministeri. Sarebbe stato molto più corretto dire la verità sin da subito ai meridionali i quali avrebbero assunto una consapevole responsabilità". 

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