Continua fino a domani 4 dicembre, nella corte di palazzo Trinci a Foligno, “Week Hand”, la due giorni dedicata al meglio dell’artigianato del Belpaese. Cinquanta gli artigiani arrivati da tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia o al Veneto, compresa una nutrita presenza di umbri, che in questa edizione hanno raggiunto quota 20.

Il festival quest’anno ha selezionato artigiani con la caratteristica di essere bold, esagerati, ciascuno a modo suo, molti dei quali alla loro prima presenza a Week Hand.

Per Federica Tantucci, marchigiana, “cosa c'è di più coraggioso ed esagerato di voler creare bellezza?”. Tantucci con la T, il nome del brand che realizza abbigliamento e accessori, nasce ufficialmente nel 2020, appena prima del lockdown, ma ufficiosamente tanti anni prima, quando Tantucci rimane incantata dalla macchina da cucire della nonna trovata in soffitta. “Una laurea, due traslochi e tre anni di scuola di sartoria dopo, sono finalmente riuscita a prendere il coraggio di mostrare a tutti le mie creazioni sartoriali, realizzate con stoffe di recupero provenienti da deadstock, giacenze e fine pezze”, dichiara l’artigiana di Jesi al suo debutto al festival.

Anche Martina Menghini, di Foligno, espone per la prima volta a Week Hand e si definisce un’artigiana bold. “Sono esagerata perché il mio motto è che i colori non sono mai troppi.” Altrenubi, questo il nome del suo brand di saponi artigianali, nato sette anni fa dalla volontà di imparare a realizzare prodotti per l’igiene del corpo e della casa esclusivamente ecologici, rispettosi per l'ambiente e per il corpo grazie alla scelta oculata di materie prime di qualità, con il tempo si è arricchito di un lato estetico esagerato, frutto del background di pasticcera di Martina e fatto di colori brillanti e profumi intensi, spesso abbinati in modo audace e sfacciato. Accanto ai saponi, Martina Menghini adesso crea anche diverse linee di candele, ma la sua produzione artigianale e artistica si arricchisce continuamente di nuove idee.

Arriva invece dalla Sicilia Andrea Gangi, dove a Catania ha dato vita a Ibridi, un marchio che, mescolando materiali e lavorazioni differenti, realizza bijoux e abiti di sartoria. Ovviamente esagerati. “Una frase che ripeto sempre alle nuove arrivate sul mio account Instagram è: se stai cercando un punto luce o gli orecchini di perle, hai sbagliato posto, qui si fanno le cose seriamente!”. I gioielli, in particolare, molto ironici, sono realizzati in plexiglass e traggono ispirazione dal vintage e dai bijoux americani, mentre per i capi di sartoria anche Ibridi si serve “di tessuti di scarto, rimanenze di magazzino, anche in questo caso preferibilmente anni ‘70 e ‘80", seguendo un fil rouge che accomuna molti degli artigiani selezionati per partecipare a Week Hand, attenti al riuso di materiali o all’utilizzo di scarti di altre lavorazioni. Come una delle veterane del festival, la ternana Marta Fogliani che realizza ecogioielli utilizzando una materia seconda, la gomma nera, nelle sue collezioni Back From Rubbish. Ma la lista è lunga.

Tra gli artigiani veterani del festival che si sono fatti una clientela affezionata si segnalano anche Abiuno, TaPetite e I sew so I don’t kill people, tutti umbri.

Il festival si presenta per la prima volta in versione invernale, sfidando il meteo. “In realtà non rischiamo nulla – afferma l’ideatrice di Week Hand, Francesca Tasselli -, tutti gli artigiani espositori e i visitatori saranno al coperto sotto i portici e i laboratori per bambini e adulti, praticamente tutti sold-out, si svolgeranno al chiuso proprio per evitare che il maltempo possa rovinare la festa. E se dovesse fare freddo ci si potrà scaldare con il cibo di strada preparato da Mister Happy!”.

Dunque, ultima chiamata per un Week Hand 2022 esagerato, ma all’asciutto, fino a domani a Foligno.

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