PERUGIA - Tommaso Bori esprime parere positivo sulla norma contenuta nelle legge sul federalismo fiscale di contrasto al fenomeno degli affitti in nero.
Si tratta, secondo il consigliere del P.D., di un sistema che permetterà di smascherare situazioni ampiamente diffuse e certamente negative per la città.
Gli affitti in nero, infatti, rappresentano un fenomeno da combattere ad ogni costo, perchè penalizzano gli studenti e, nel contempo, favoriscono la criminalità.

Di seguito il comunicato:
“In attesa che il Consiglio Comunale di Perugia voti la mozione sul ripristino del fondo per il rimborso ICI sugli immobili con contratto di locazione a canone concordato è arrivata una nuova arma nella lotta al mercato nero degli affitti: stavolta potrebbe essere davvero la fine per gli affitti in nero, grazie ad una norma infilata nel decreto sul federalismo municipale che davvero non sembra lasciare scampo a chi evade.
Anche nella nostra città il problema si fa sentire ed è largamente diffuso. La maggior parte degli studenti che ospitiamo è in affitto in nero o con un contratto fittizio a cui aggiunge quote in nero di straforo. Situazione differente, ma accomunata dal malcostume del mercato nero degli affitti, quella del mondo dello spaccio e della prostituzione che chiedono di affittare in nero per non essere rintracciati.
Secondo la legge sul federalismo municipale, se gli affitti non vengono spontaneamente regolarizzati dal proprietario, l'inquilino può denunciare la situazione all'Agenzia delle entrate godendo di forti benefici, cioè di un nuovo contratto regolare della durata di quattro anni più quattro e di un canone che, dice il comma 8 dell'articolo 3, sarà «pari al triplo della rendita catastale». Si tratta di un maxisconto rispetto ai canoni di mercato. Secondo i calcoli delle associazioni degli inquilini, nelle città universitarie, come la nostra, l'affitto in questi casi potrebbe scendere del 70-90%. Per esempio, al posto di 600 euro pagati in nero per un trilocale se ne potrebbero pagare poco più di 150.
L'avviso interessa, secondo le stime, circa mezzo milione di contratti non registrati e quindi un milione di persone tra proprietari e inquilini, ai quali vanno sommati i contratti registrati per somme inferiori a quelle reali e i falsi comodati. L'Agenzia delle entrate ha cominciato a inviare la prima tranche di accertamenti sull'evasione più facile da scoprire, quella che emerge incrociando i dati dei contratti regolarmente registrati con le dichiarazioni dei redditi dei proprietari. Sono stati scoperti così 33.367 casi di non corrispondenza (mancata denuncia del canone nel 730 o nel modello Unico oppure per importi inferiori). Una seconda tranche di notifiche partirà proprio in questo periodo.
Ad aggiungersi ai controlli c’è il contrasto di interessi tra il proprietario che rischia grosso e l'inquilino che viene premiato se denuncia il contratto in nero dovrebbe funzionare. Secondo stime del Sole 24Ore, a Milano e Roma, dove i contratti non registrati sono tra il 33% e il 46%, si potrebbero recuperare diverse centinaia di milioni di euro. Tassi di evasione totale ancora maggiori si riscontrerebbero in alcune città del Sud come Potenza (67% dei contratti non registrati), Catanzaro (60%) e Campobasso (49%), mentre a Napoli il nero sarebbe pari al 45%. Decisamente più bassa, invece, l'evasione stimata al Nord (5-20%).
Accanto all'azione repressiva (sui contratti registrati dopo il 6 giugno si pagheranno anche sanzioni doppie) il decreto sul federalismo municipale prevede però anche meccanismi incentivanti per il proprietario, come la cedolare secca. Si tratta della possibilità di pagare un'imposta forfettaria sostitutiva del prelievo Irpef. Che sarà pari al 21% dell'affitto riscosso se il contratto è a canone libero e del 19% se invece è a canone concordato. Nel primo caso la cedolare conviene sempre se l'affitto si somma a redditi superiori a 15 mila euro l'anno. Nel secondo, se si aggiunge a redditi di almeno 20 mila euro.
L’unica cosa certa è che la piaga degli affitti in nero va combattuta sia perché danneggia gli studenti che vengono nella nostra città per costruirsi un futuro, sia perché favorisce gli delinque nascondendo chi fa parte di organizzazione criminali dedite allo spaccio e alla prostituzione. Dunque ben vengano norme come questa”.

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