TERNI - “Anche all’Ast, dove da tre anni si vive una fase di difficoltà, senza articolo 18 saremmo tutti licenziabili. Quella per cui ci siamo battuti 10 anni fa e continuiamo a batterci oggi è una battaglia di civiltà”. Con queste parole Claudio Cipolla, coordinatore della Rsu Tk-Ast per la Fiom Cgil, ha introdotto l’assemblea che si è tenuta all’interno dell’acciaieria ternana questa mattina, nel corso dello sciopero di due ore (ripetuto anche nei turni successivi), indetto dalla Fiom Cgil per contrastare il tentativo di smantellamento dell’articolo 18 che il Governo Monti sta portando avanti.
Lo sciopero è pienamente riuscito – hanno riferito i delegati presenti all’assemblea – si sono fermati, infatti, praticamente tutti i reparti: Lac, Pix1 e Pix2, acciaieria (tranne la linea Asea) e Sdf. E si è registrata una adesione significativa anche tra le ditte appaltatrici della manutenzione, che rappresentano da sempre l’anello più debole della produzione. Completamente ferma anche Faurecia, altra importante azienda metalmeccanica di proprietà di una multinazionale (a dimostrazione del fatto, osserva la Fiom Cgil, che gli stranieri in Italia, se vogliono, investono anche con l’articolo 18).

Nel corso dell’assemblea in Ast, dagli interventi di delegati e lavoratori è emersa con chiarezza la rabbia per l’attacco che il Governo sta portando ai diritti dei lavoratori: “Approfittano della crisi per renderci tutti più asserviti e deboli – ha detto un operaio nel suo intervento – 10 anni fa ci aveva provato Berlusconi, ma gli abbiamo risposto con i tre milioni del Circo Massimo, ora ci riprova Monti e il film è sempre lo stesso, tocca a noi difendere i diritti di chi lavora”.
“Dobbiamo far capire a tutti gli operai che anche qui dentro, senza articolo 18, ci saranno licenziamenti motivati dalla crisi economica, che diventerà la scusa per poter fare quello che si vuole dei lavoratori – ha detto nel suo intervento Attilio Romanelli, segretario generale della Fiom Cgil di Terni – perché anche i bambini capiscono che nessun imprenditore utilizzerà mai motivi discriminatori o personali per licenziare chi vuole. Basta dire che c’è la crisi ed è tutto risolto. E vedrete – ha aggiunto Romanelli – che anche sulle 27 mensilità di indennizzo, che sono dovute solo se il giudice scopre che il licenziamento è illegittimo, faranno marcia indietro, perché la Confindustria è già all’attacco anche su questo fronte”.
E allora, secondo la Fiom, “mobilitarsi per difendere l’articolo 18, significa mobilitarsi per la Democrazia e per evitare che gli operai di oggi si ritrovino a subire quei licenziamenti arbitrari che in passato hanno umiliato i loro padri e i loro nonni”.
Nei prossimi giorni la mobilitazione proseguirà con assemblee e scioperi in tutto il comparto meccanico, fino ad arrivare allo sciopero generale di otto ore, proclamato dalla Cgil, che sarà fissato nei prossimi giorni.

 

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