Arcelli (CNA): "Bene l'intervento di Fumu in merito ai reati contributivi"
di Paolo Arcelli*
PERUGIA - Importante e condivisibile il commento del procuratore della Repubblica, Giacomo Fumu, rispetto ai reati contributivi segnalati dall’Inps. La crisi morde nel suo pieno dispiegarsi e l’aumento dei mancati pagamenti nei confronti degli enti e istituti da parte delle imprese è la spia di quanto sia grave questo momento.
La Cna dell’Umbria, che da tempo sollecita attenzione e impegno nel sostenere il settore/comparto della micro-piccola impresa in generale, in grave difficoltà in questo lungo inverno della crisi, plaude al misurato intervento del procuratore della Repubblica, Giacomo Fumu, a cui giungono sempre più numerose le segnalazioni di mancati pagamenti da parte dell’Inps (ma il fenomeno è comune per tutti i versamenti contributivi dei vari enti: Inps, Inail, Cciaa, tributi comunali etc…). Nella stragrande maggioranza, infatti, anche noi siamo sicuri che non c’è volontà criminale da parte di chi non paga, ma invece la costrizione indotta dal calo dei fatturati e dei margini di utile delle imprese, derivante sia da un mercato interno debole, sia da una cronica mancanza di liquidità in capo alle imprese e alle famiglie (e alla pubblica amministrazione che, come si sa, “deve” alle imprese italiane la bella cifra di 90 miliardi di euro) derivante dal credit crunch che ormai, purtroppo, è evidentissimo. Non dunque per volontà criminale, ma spesso per necessità e per impossibilità vera non si onorano gli impegni, magari scegliendo di pagare comunque il salario dei dipendenti o facendo fronte prima a quei pagamenti che, se non onorati, impedirebbero di continuare l’attività e condurrebbero velocemente al default.
Vedevamo alcuni giorni fa alcuni (tanti) cittadini greci che riconsegnavano le targhe delle auto agli sportelli degli uffici preposti, non essendo più in grado di pagare né bolli né assicurazioni: teniamo conto che purtroppo anche da noi potrebbe a breve succedere, viste le proiezioni dei livelli occupazionali e dei magri ammortizzatori sociali.
Da accogliere dunque con fiducia tutte le interpretazioni flessibili dell’azione di recupero contributivo e di esazione che, obbedendo al grande principio del dubbio, vadano a distinguere tra i disonesti e le vere condizioni di impossibilità materiale.
Ricordiamo, tra l’altro, che è proprio e soltanto tra la categoria dei piccoli imprenditori, dell’artigianato, del commercio e degli altri settori, che si sono avuti i casi pietosi di suicidio per la paura di non farcela e per la vergogna di non essere più in grado di far fronte agli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti e delle proprie famiglie.
I “delinquenti” senza scrupoli non stanno in questi settori, che spesso si sono dovuti difendere da un fisco esoso. Pagare tutti, cominciando dai grandi e grandissimi evasori e dai “furbetti del quartierino”, per pagare meno: questo è uno slogan serio, per il quale Cna si spenderà al massimo, lavorando per costruire un nuovo senso civico, che si ricostruisce però sul recupero di un rapporto di fiducia tra chi lavora e occupa e chi governa.
Teniamo conto del grave momento economico che il Paese sta attraversando e colpiamo prima chi è forte di privilegi che sembrano inattaccabili. Equità, giustizia e rigore: questo è quello che si aspettano gli imprenditori e le imprese che ancora, checché se ne dica, reggono l’economia e i livelli occupazionali di questo Paese.
*Direttore Cna Umbria

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