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di Daniele Cibruscola ORVIETO - La questione rifiuti preoccupa anche i cittadini di Orvieto, che non gradiscono le scelte gestionali del Comune riguardo la privatizzazione della discarica delle Crete e l'ampliamento della gamma dei rifiuti conferibili a quelli cosiddetti “speciali”, potenzialmente pericolosi per la salute e per l'igiene pubblici. A seguito della recente adozione dell'atto per la definitiva privatizzazione del servizio infatti, alcune associazioni (ARS, Associazione per il Rinnovamento della Sinistra – Cittadinanza Attiva – Comitato Nazionale per il Paesaggio – WWF) hanno elaborato un documento nel quale si ribadisce la contrarietà alla (s)vendita degli impianti – 402mila euro, di cui 70mila sponsorizzazioni per Umbria Jazz e 45mila per campagna di sensibilizzazione degli anni 2005-2006-2007 – e la necessità, da parte del Comune, di un radicale cambio di indirizzo delle politiche ambientali che tenga in maggior considerazione non solo la salute dei cittadini ma anche la qualità e il valore del territorio dell'Orvietano. Dopo l'inaspettata quanto improvvisa chiusura dell'inceneritore di Terni e il conseguente trasferimento di materiale alla discarica delle Crete, il dissenso di chi queste decisioni le subirà in prima persona è sintomo evidente di una preoccupazione diffusa e condivisa. Condivisa come l'esigenza del superamento dell'idea stessa di discarica, che non produce riciclaggio ma sempre più consumo di spazio e volumi che comporteranno il riempimento di tutti i calanchi. “In assenza di rassicurazioni – conclude il comunicato – le Associazioni, insieme alla cittadinanza e aperte ad ogni contributo, promuoveranno una raccolta di firme per un referendum per intervenire su quegli atti ritenuti contrari all’interesse generale”. Condividi