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PERUGIA - Nel corso di un confronto tenuto oggi presso la Confindustria di Perugia il gruppo Mignini, leader in Italia nel settore dei prodotti mangimistici di qualità, con circa 160 dipendenti, ha annunciato la chiusura di 3 dei suoi 6 stabilimenti produttivi sul territorio nazionale: quello di Padova, quello di Bari e quello di Bastia Umbra (gli altri stabilimenti sono a Bologna, Petrignano d'Assisi e Napoli). Una decisione che in termini occupazionali significherebbe la perdita del posto per 68 lavoratori, di cui circa la metà in Umbria. Immediata la risposta del sindacato che ha subito dichiarato lo stato di agitazione e indetto uno sciopero di tutto il gruppo per venerdì 17 settembre. “Il fatto in assoluto più grave – afferma Roberto Montagner, segretario nazionale Flai-Cgil e coordinatore del gruppo Mignini – è che l'azienda oggi si è presentata senza l'ombra di un piano industriale, che al contrario noi chiediamo da tempo. Per questo, la nostra preoccupazione, espressa in maniera chiara al tavolo di Confindustria a Perugia, non riguarda solo chi rischia direttamente il posto di lavoro, ma anche e soprattutto coloro che rimangono, perché senza piano industriale l'azienda non ha prospettive”. Di qui la scelta del sindacato di aprire lo stato di agitazione e di non riavviare la trattativa finché l'azienda non si presenterà con un progetto serio e garantendo a 360 gradi tutti i lavoratori e quindi un impatto sociale pari a zero. Nei prossimi giorni il sindacato terrà assemblee in tutti i siti produttivi del gruppo per preparare al meglio lo sciopero del 17. Condividi