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ROMA - Con l'autunno che sta per entrare nel vivo si ripropongono i problemi legati alle precipitazioni atmosferiche e alle alluvioni, che negli anni scorsi hanno colpito duramente il territorio. Il presidente dell'Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) Massimo Gargano lancia l'allarme e chiede un piano per la manutenzione e l'adeguamento della rete idraulica italiana. ''I pericoli che si corrono - spiega Gargano - sono quelli legati ad un territorio, la cui fragilita' morfologica e' accentuata da un'urbanizzazione spesso incontrollata ed aggravata dal progressivo abbandono di campagne e territori montani. Tale debolezza strutturale e' esaltata da una ormai sempre piu' evidente ''tropicalizzazione'' degli eventi meteorici: piu' violenti, concentrati nel tempo e nello spazio''. Diverse le zone a rischio nel Paese: ''Il 45% dei comuni italiani - prosegue il presidente Anbi - secondo i dati del ministero dell'Ambiente e' considerato ad elevato o molto elevato rischio idrogeologico. Tale percentuale, a titolo di esempio, raggiunge l'89% in Umbria, l'87% in Basilicata, l'86% in Molise''. Particolarmente critica la situazione del bacino di quello che e' il piu' grande fiume italiano, il Po. ''La situazione e' grave - afferma Gargano - e, a nostro parere, dovrebbe essere assunta quale emergenza nazionale. I cambiamenti climatici ne hanno trasformato il regime idrico, avvicinandolo a quello di un torrente con forti escursioni nei livelli idrici ed una portata limitata. Una delle conseguenze si chiama inalveamento: la poca acqua corre al centro del fiume, scavando un vero e proprio canale all'interno del letto; in tal modo, in caso di piena, le acque aumenteranno fortemente la velocita' prima di raggiungere un livello, che permetta l'espansione nell'intero alveo. Aumenta, insomma, il rischio che disastrose alluvioni si abbattano sui centri rivieraschi''. Per correre ai ripari, secondo il presidente dell'Anbi, serve un piano straordinario: ''Da anni chiediamo un piano straordinario per la manutenzione e l'adeguamento della rete idraulica del Paese; per risposta, in Legge Finanziaria non ci sono risorse destinate alla prevenzione idrogeologica. Contestualmente - prosegue Gargano - chiediamo l'avvio di un Piano Nazionale degli Invasi per il quale, finora, c'e' stata solo una generica espressione di volonta' da parte del Parlamento; la realizzazione di nuovi bacini e di casse di espansione avrebbe funzione di contenimento delle piene, trattenendo riserve idriche da utilizzare nei momenti di siccita'''. Il presidente dell'Anbi tiene a sottolineare che il suo non e' allarmismo. ''Quello che diciamo e' frutto dell'esperienza che i Consorzi di bonifica maturano quotidianamente sul territorio". Condividi