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PERUGIA - A cinque giorni dal primo derby stagionale umbro della Prima divisione tra Ternana e Foligno, le societa' umbre, la Federcalcio regionale e le istituzioni lanciano la campagna congiunta contro la violenza negli stadi dal titolo ''Stadio sicuro''. ''Vuol diffondere un messaggio per consentire che il calcio torni ad essere occasione di gioco e di festa per le famiglie, contro la chiusura degli stadi, che sarebbe un vero atto di incivilta' - ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti - in una regione come la nostra che invece ha sempre dimostrato di essere civilissima ed in grado di lanciare messaggi importanti al calcio italiano''. L' iniziativa viene pubblicizzata attraverso un manifesto che vede tre bambini sorridenti con le guance dipinte con i colori delle maglie delle rispettive squadre (biancorosse per il Perugia, rossoverdi per la Ternana e biancazzurre per il Foligno) con lo slogan ''Non spaventateci, emozionateci''. Nel manifesto, sotto i gagliardetti delle tre societa', lo slogan ''Distinti in un calcio che unisce''. L' assessore regionale, Silvano Rometti, ha spiegato che in occasione dei sei derby umbri della stagione ad accompagnare per mano i 22 giocatori in campo saranno altrettanti bambini che, prima dell'inizio delle gare, giocheranno ''partitelle'' sullo stesso campo. La campagna contro la violenza nel calcio sara' illustrata e promossa anche con trasmissioni televisive locali e con una iniziativa alla quale sta pensando la Regione coinvolgendovi campioni, personaggi dello sport, della cultura e dello spettacolo. Stamani i rappresentanti delle istituzioni e delle tre societa' hanno sottoscritto una lettera aperta per criticare ''le porte chiuse degli stadi''. In questa e' detto che la richiesta del calcio umbro ''consapevole e responsabile e' che questi eventi possano svolgersi con il pubblico, anche quello di diversa fede sportiva''. Si sottolinea inoltre ''la necessita' di isolare i violenti, indicandoli, rendendoli noti, visibili e punibili, senza soluzioni palliative. E' questo - conclude la lettera - il compito delle societa' e dei tifosi veri, un compito ingrato, ma che ci restituira' l'essenza del gioco e il sorriso del bambino che terremo per mano allo stadio''. Condividi