lhc.jpg
L'acceleratore è stato attivato e tutto è andato come previsto: nessuna apocalisse all'orizzonte, nessun buco nero ci risucchierà. L'esperimento preliminare del Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è partito come da programma poco dopo le 9 e 30 di questa mattina, con l'obiettivo di verificare il funzionamento del più grande acceleratore di particelle del mondo, costato oltre 6 miliardi di euro. Per "vedere" i primi protoni scontrarsi tra loro e ricreare così le condizioni del Big Bang, bisognerà aspettare fino ad ottobre, mentre la piena efficenza del Lhc sarà raggiunta solo nel 2009. A quello che è stato definito come il più grande esperimento della storia della fisica ha partecipato anche l'Ateneo perugino, ovviamente con il suo dipartimento di Fisica. E' stato infatti realizzato da un gruppo di lavoro che opera nell'ambito dell'Università di Perugia, coordinato dal professor Giancarlo Mantovani, il tracciatore di particelle utilizzato per uno degli esperimenti condotti da oggi a Ginevra. A esso hanno collaborato il dipartimento di fisica dell'ateneo perugino e la sezione locale dell'istituto nazionale di fisica nucleare. Nei dieci anni di attività del gruppo di ricerca sono stati impiegati un milione di euro l'anno di finanziamenti. In particolare a Perugia è stato realizzato un rilevatore in grado di individuare qualsiasi tipo di particella appena formata, dai fotoniagli elettroni. Uno strumento universale e particolarmente sofisticato, ha spiegato il professor Mantovani. La struttura perugina è inoltre inserita nella rete di calcolo allestita per elaborare la gran mole di dati che scaturiranno dagli esperimenti. "Una griglia mondiale creata appositamente - ha detto ancora Mantovani - e che metterà a disposizione dell'intera comunità scientifica i risultati del lavoro". L'attivazione del primo fascio di neutroni inoltre è stata seguita in videoconferenza in diretta da Perugia Gli sviluppi dell'esperimento al quale ha collaborato un gruppo di lavoro perugino sono stati illustrati da Gian Mario Bilei, ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che si trovava nella sala di controllo. In occasione della prima giornata di lavoro nei laboratori svizzeri si è infatti tenuta a Perugia una conferenza stampa per illustrare il contributo del gruppo di ricercatori e tecnici perugini alla realizzazione del progetto internazionale. Condividi