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PERUGIA – Con una nota che di seguito riportiamo integralmente il consigliere provinciale del Pd Fiorello Primi si inserisce nel dibattito in atto sul lago Trasimeno. “Eccoli qua, puntuali come treni svizzeri, a pontificare sulla situazione di crisi idrica in cui versa il lago Trasimeno definito “fogna a cielo aperto”, “disastro ecologico e ambientale”, “livello comatoso”, “il lago che muore” ecc… Credo che la prima cosa da dire è che il lago Trasimeno, nonostante la evidente carenza di acqua, mantiene una buona qualità dell’acqua certificata dalle analisi di Goletta Verde e da quelle più continue e costanti dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente. Questo dato dovrebbe quanto meno far pensare ai criticissimi che qualche cosa di buono sarà pur stato fatto per evitare forme evidenti di inquinamento che si riscontrano invece, purtroppo, in altri luoghi dove di acqua ce n’è in grande quantità. Ricordo che tutti i comuni sono dotati di depuratori, alcuni dei quali anche di livello tecnologico molto avanzato e che sono poche le situazioni a rischio di sversamento da risolvere definitivamente”. “E’ evidente che per realizzare depuratori e collettori sono stati investiti diversi milioni di euro. Molti milioni di euro (17 se non ricordo male) sono stati spesi per evitare l’attingimento di acqua dal lago per uso idropotabile e per collegare, prima Passignano, poi Castiglione del Lago, Panicale e Paciano al sistema idrico regionale. Soldi sono stati investiti per realizzare una importante opera sul canale Anguillara per limitare l’apporto di materiale solido al lago (la famosa questione dell’interramento) e per garantire l’officiosità idraulica dei principali fossi”. “Vale la pena ricordare che, quando nel 2005 ci fu una estate non troppo calda e un inverno normalmente piovoso, il lago crebbe di circa 80-90 cm. Negli ultimi anni sono stati investiti milioni di euro, messi a disposizione da Regione e soprattutto Provincia, per garantire un livello accettabile di mantenimento delle spiagge più importanti e per permettere la navigazione pubblica e da diporto. Sono anche state realizzate opere infrastrutturali e manutenzioni straordinarie, quali il tanto vituperato porto di Castiglione del Lago e la sistemazione di pontili, che vengono da alcuni considerate in maniera negativa come se fosse anormale che la località più grande del Trasimeno sia stata dotata di un porticciolo efficiente e moderno per ospitare le centinaia di natanti che avevano bisogno di essere ospitate e per permettere al club Velico Castiglione di svolgere al meglio la propria attività”. “E’ strano inoltre sentire parlare in maniera negativa dei soldi stanziati per cercare di limitare l’effetto negativo degli insetti molesti (i famigerati chironomidi) che tanti danni fanno al turismo lacustre. E allora va tutto bene e non c’è altro da fare? E’ evidente che, stante la possibile persistenza di un clima siccitoso nei prossimi anni, occorre far arrivare più acqua di quella che può piovere sul ridotto bacino idrografico del lago oltre a garantire che la massima parte dell’acqua che vi cade dal cielo vada al lago. Quindi la priorità, come del resto fu fatto nel 1961 con l’Anguillara, è quella di ampliare l’apporto idrico da fuori bacino, prima con la condotta proveniente dal Montedoglio e poi con quella proveniente dalla diga del Chiascio: non vi sono altre possibilità. Per questo non si può perdere ulteriore tempo nella conclusione del primo intervento e cominciare a mettere mano sul secondo per evitare che si concluda tra venti anni”. “Nel frattempo comunque occorre che tutti gli interventi di manutenzione dei fossi e dei canali, delle sponde e del canneto siano garantiti costantemente anno per anno e per tutto l’anno. E poi c’è la questione della pesca, della lotta agli animali nocivi e del ripristino del reticolo minore di fossi di scolo. Per fare ciò occorrono soldi, molti soldi, e occorrono attrezzature (magari appositamente progettate e realizzate) e personale specializzato in grado di rispondere in maniera efficiente e veloce anche a eventuali esigenze di emergenza”. “E poi c’è la burocrazia: troppi enti hanno competenza sul lago e sul suo bacino. Sarebbe opportuno fare una scelta definitiva assegnando ad un unico Ente responsabilità, competenze e risorse da gestire all’interno di un piano di almeno dieci anni che faccia della salvaguardia della materia prima, che è l’acqua in termini quantitativi e qualitativi, la sua missione. E’ certo che non si può far piovere ma probabilmente si può sempre puntare a fare di più e meglio di quanto fatto fino ad oggi anche se non è stato poco. Si tratta infatti di modificare l’approccio al problema e fare in modo che ci sia una autorità, non un nuovo Ente, che si occupi di esso 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno e per i prossimi dieci anni per trovare soluzioni innovative e particolari a problemi che non sono mai stati banali e che attengono ad un sistema vivente non banale”. “I problemi sono molteplici e non possono essere affrontati sempre in emergenza e spesso non hanno soluzioni scontate e/o usuali, infatti occorrerebbe anche mettere al lavoro competenze tecnico-scientifiche multidisciplinari di alto livello in grado anche di fare progetti di alto profilo scientifico e innovativo tali da captare risorse finanziarie europee e mondiali oltre che locali e nazionali. Il Consiglio provinciale di Perugia ha licenziato nel 2007, all’unanimità, un Piano Strategico di Sviluppo Sostenibile dell’Area del Trasimeno: forse sarebbe il caso di ripartire da questo per definire un piano operativo con la speranza che il governo Berlusconi metta a disposizione i finanziamenti necessari per realizzarlo. Il governo di centrosinistra, nel 2001, decise di stanziare le risorse necessarie per realizzare la condotta da Montedoglio, ora è il turno di quello di centrodestra”. Condividi