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FIRENZE - Gli inquirenti avrebbero dato un'interpretazione erronea dei fatti, a causa della confusione nella contabilita' della fondazione. E' quanto avrebbe sostenuto, davanti agli investigatori, Claudia Pasqua, ex collaboratrice della Fondazione Umbria contro l'Usura, indagata con l'accusa di peculato, falsita' materiale e truffa aggravata in un'inchiesta sull'attivita' della Fondazione. Pasqua ieri e' stata interrogata per circa tre ore dai magistrati che conducono le indagini, il procuratore aggiunto a Firenze Giuseppe Soresina e il sostituto Giuseppe Bianco, e dai militari del Gico della Gdf di Perugia. L'avvocato difensore della donna, Giuseppe Innamorati, ha spiegato che, nel corso dell'interrogatorio, Claudia Pasqua ha riconosciuto di aver commesso alcune irregolarita', aggiungendo di averlo fatto solo per venire incontro a immediate esigenze di intervento della fondazione, aggiungendo che, a causa di carenze organizzative, non poteva fare altrimenti. Pasqua, ha spiegato il suo avvocato, ha poi aggiunto di non aver tratto personali profitti da queste attivita', ricordando di non aver avuto incarichi legati alla contabilita' della Fondazione. Secondo l'accusa la donna avrebbe falsificato le firme del presidente della Fondazione, concedendo finanziamenti in difformita' o in totale mancanza delle delibere ufficiali, al fine di distrarre fondi pubblici a proprio beneficio. Condividi