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di Frida Nacinovich - Liberazione Subito una domanda calda: adatta al clima di ferragosto. Vista da Ciccio Ferrara la Rifondazione che esce dal congresso di Chianciano è più forte o più debole? Sicuramente più divisa. E questo è un problema che riguarda noi, ma pesa su tutta la sinistra. Il congresso poteva essere un’occasione. Invece... Invece è stata un’occasione persa. A Chianciano è passata la stessa logica che ha prevalso nell’ultimo comitato politico nazionale, quello convocato dopo la sconfitta elettorale. Il partito si è diviso, l’unico scopo di Ferrero era quello di essere eletto. Non ti sembra di essere eccessivamente duro con il nuovo segretario di Rifondazione comunista? Abbiamo detto che non bisogna essere ipocriti. Prendo questa dichiarazione alla lettera. Cosa ha fatto Ferrero? Ha riunito intorno alla sua candidatura quattro mozioni perdenti con l’unico obiettivo di diventare segretario. Paradossalmente a Chianciano ha perso solo una mozione, quella che esprimeva il maggior numero di consensi. Tutti contro Vendola, insomma. E ora che si fa? Diremo apertamente le cose che non ci piacciono e continueremo a far parte di Rifondazione. Non saremo una corrente ma un’area programmatica politico-culturale. Cerchiamo di capire: qual è la differenza fra corrente ed area programmatica? Le correnti si cristallizzano, restano interne ad una logica di ceto politico. Invece l’area programmatica si pone in rapporto dialettico, cerca di far convivere all’interno dello stesso partito punti di vista diversi. In autunno sono già annunciate manifestazioni contro il governo Berlusconi e Confindustria. Una premessa: tutte le manifestazioni contro il governo Berlusconi sono importanti. Proprio per questo bisogna far in modo che la partecipazione sia più ampia possibile. Lavorammo molto per far aderire all’appuntamento del 20 ottobre scorso movimenti, forze politiche, associazioni, sindacati, singole individualità. Leggo sui giornali che questo ottobre faremo il bis. Prima Paolo ci ha accusati di essere verticistici, poi ha annunciato due iniziative sui giornali - un’assemblea pubblica e una manifestazione – senza averle prima socializzate con il partito. Ancora non conosciamo contenuti, piattaforma e modalità. Insomma, ci sarete oppure no all’iniziativa pubblica di domenica 14 settembre? Perchè non dovremmo esserci? Non abbiamo nessun pregiudizio a sinistra. Di più: non mi scandalizzerei neppure se un pezzo del Partito democratico scendesse in piazza contro il governo. Potrebbe essere l’occasione buona per spostare più a sinistra una parte di opposizione. Se però il nostro partito resta ripiegato su se stesso rischia di trasformare un’iniziativa giusta in ulteriore isolamento, nostro e della sinistra. Che cosa è che proprio non apprezzi del documento politico vincitore del congresso di Chianciano? L’analisi della sconfitta elettorale. Troppo affrettata, come se l’unico errore della sinistra fosse aver fatto parte del governo Prodi. Penso invece che la sconfitta abbia radici molto profonde. Profonde e lontane. Partirei addirittura dagli anni ottanta, dalla sconfitta della lotta alla Fiat, dalla sconfitta della battaglia sulla scala mobile, la dissoluzione del Pci, la concertazione usata sistematicamente per ingabbiare il conflitto, cancellare l’autonomia del del sindacato. In questi anni, in questi lunghi anni, c’è stata una vera e propria rivoluzione capitalista. E dunque bisogna chiederci che cosa è oggi il lavoro, che cosa è il capitale, l’impresa. Insomma, cosa è successo. Comunque la si veda, pare di capire che per la sinistra italiana la strada da percorrere sia tanta. Bisogna indagare la realtà, il mondo del lavoro che cambia. Dobbiamo ripartire, dicendo apertamente che il nostro obiettivo è ambizioso: ricostruire un nuovo movimento operaio. Altro tema caldissimo: i rapporti con il Pd di Veltroni e con l’Italia dei valori di Di Pietro, insomma con l’opposizione presente in Parlamento. Fra qualche mese si dovrebbe votare in Abruzzo... La prima questione: localmente il nostro partito discute e si confronta sui programmi per decidere eventuali alleanze da fare. La seconda: mi sembra che qualcuno prediliga il rapporto con Di Pietro a quello con il Partito democratico. Su questo punto esprimo dubbi e perplessità. Perché la nostra cultura politica è distantissima da quella di Di Pietro.Un esempio per tutti, la commissione parlamentare sul G8 di Genova: uno dei motivi per cui non è stata fatta è proprio la contrarietà dell’Italia dei valori. Del resto mettere Pd e Pdl sullo stesso piano mi pare eccessivo, tenterei piuttosto di aprire una contraddizione nel Pd per cercare di rendere più efficace possibile l’opposizione a Berlusconi. Il 27 settembre l’area politica, culturale e programmatica “Rifondazione per la sinistra” si è data appuntamento a Roma... Faremo una grande assemblea. Rifondazione deve parlare con tutti quelli che guardano con interesse a una nuova soggettività della sinistra, aprire porte, finestre e balconi. 27, 14 settembre, metà ottobre: sarai presente a tutte e tre le iniziative? Certo, così come l’assemblea del 27 sarà aperta a tutte e a tutti. Proprio per questo ho voluto precisare che la nostra non è una corrente ma un’area programmatica. Condividi