Umbria, negozi aperti anche nella settimana di ferragosto

PERUGIA - Negozi aperti per ferie. Le città vanno in vacanza ma il commercio non si ferma. In linea del resto con la tendenza degli ultimi anni. E' finito il tempo delle città-deserto e delle storie difficili dei superstiti metropolitani che dovevano fare il pieno di benzina per fare la spesa o comprare l'ultimo costume prima di partire. Ormai i tempi sono cambiati, il grande esodo è solo un ricordo anche per quanto riguarda la settimana di ferragosto. Anche perché, bisogna aggiungere, che pochi sono gli esercizi commerciali, vista la ormai prolungata crisi del settore commerciale, possono permettersi di rinunciare a possibili introiti. Con queste considerazioni, la Confesercenti regionale assicura che non ci sarà nessun problema neppure per i pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie, pub…), con una percentuale di chiusure molto bassa soprattutto nelle zone con maggior “vocazione turistica” tipo Perugia, Assisi, il Lago Trasimeno, Gubbio, Orvieto dove il concetto di città turistica è ormai condiviso ed entrato pienamente a regime. Pochi problemi anche negli altri settori, dell’alimentare e dell’abbigliamento/calzature che la Confesercenti Regionale dell’Umbria ha preso a riferimento. “Da una nostra indagine – spiegano - più del 80% dei negozi rimarrà aperto anche nella settimana di ferragosto; percentuale più alta per le attività di somministrazione e bevande”. Le città non resteranno dunque chiuse, ribadisce ancora la Confesercenti Regionale, come non lo sono rimaste negli ultimi anni “perché vi è ormai una maggiore consapevolezza da parte dei commercianti che hanno diversificato le ferie. Pane, latte, carne, pesce, ma anche pizza e sfizi in questo caldo agosto non mancheranno. I commercianti hanno deciso sempre più di investire nel periodo estivo e solo pochi chiudono per più giorni”. “Questo ribadisce ancora una volta, conclude la nota di Confesercenti, il ruolo di presidio del territorio e il ruolo sociale che i negozi di vicinato svolgono nei confronti delle fasce più deboli tipo ad esempio gli anziani”.