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E’ un concetto scontato, scontatissimo anzi, quello dell’innovazione nella tradizione, ma in questo caso calza a pennello. Due grandiosi musicisti come il trombettista Paolo Fresu e il pianista Uri Caine insieme per quello che è forse il concerto più atteso di questa edizione di Villalago makes music festival. Venerdì sera infatti, nello splendido scenario dell’anfiteatro di Villalago, questo duo stellare suonerà ancora una volta dopo il successo riscosso dai concerti degli anni scorsi e gli applausi per “Things”, l’album registrato insieme nel 2006 per la Blue Note. La tromba di Berchidda (Sardegna), che da vent’anni è uno dei marchi doc del jazz italiano, insieme al pianista della downtown newyorchese che con la sua lucida genialità musicale ha stravolto Mahler, Bach Schumann e tanti altri mostri sacri. Il rinnovamento della tradizione, si accennava qualche riga fa. Questo è, nella sostanza, “Things”. Qualche brano originale che fa da contorno all’ossatura del lavoro, fatta dalla reinterpretazione degli standard jazzistici. Un terreno che può diventare come le sabbie mobili ma sul quale, invece, i due si muovono con grande maestria. Senza la quale non è possibile mettere insieme nello stesso disco brani come il Gershwin di “I loves you Porgy”, il Monteverdi di “Si dolce è il mio tormento” opuure il Miles Davis di "SOlar". Pochi gli “effetti speciali”: i due, per questo lavoro, si imbarcano verso una ricerca della essenzialità, dell’intimità delle melodie. Ognuno pesca, in un ipotetico cassetto musicale, queste “cose”, “Things” appunto. D’altronde, il gusto per il “meticciato” musicale, per la contaminazione, è un punto d’incontro sul quale i due si trovano a meraviglia. Basti pensare, per quello che riguarda Fresu, al “Mare nostrum” registrato con Richard Galliano (uno dei più grandi fisarmonicisti del nostro tempo) e il pianista Jan Lundgren. Due giganti per un concerto imperdibile. Condividi