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PERUGIA – “Norme adeguate e sensibilizzazione dei cittadini sono indispensabili per una corretta gestione dei rifiuti in generale e, in particolare, per quelli pericolosi”. Lo ha affermato stamani a Perugia, l’assessore regionale all’ambiente, Lamberto Bottini, durante un seminario dal titolo “La gestione delle batterie al piombo esauste tra legalità e illegalità: analisi e strumenti per un’azione concreta di prevenzione e controllo”. Scopo dell’iniziativa, proposta dalla Regione Umbria, dal Cobat (Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste) e Legambiente Umbria, era quello di richiamare l’attenzione sul tema dei rischi legati al traffico illecito dei rifiuti con particolare riferimento alle batterie al piombo esauste, e offrire un’occasione di confronto tecnico e operativo tra gli organi di controllo preposti, gli enti locali e gli operatori della gestione dei rifiuti. Erano presenti Stefano Ciafani, coordinatore Ufficio scientifico Legambiente Onlus, il direttore operativo del “Cobat”, Claudio De Persio, Emma Contarini, del Centro azione giuridica Legambiente Umbria. “Il seminario di oggi – ha detto Bottini - è inserito all’interno di una più ampia collaborazione tra Regione Umbria, Anci, ‘Upi’ Umbria, Cobat e Legambiente, prevista da un Protocollo d’intesa firmato il 7 maggio scorso, che ha tra le finalità anche quella di promuovere progetti di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sulle tematiche ambientali di maggiore attualità, quali la gestione dei rifiuti, l’inquinamento, le energie rinnovabili, la salvaguardia del patrimonio eco-ambientale. L’accordo permette di contrastare l’abbandono indiscriminato di un rifiuto che può rilasciare in ambiente sostanze fortemente inquinanti come acido solforico e piombo, anche attraverso la realizzazione di un servizio gratuito per il ritiro ed il riciclo delle batterie al piombo esauste, conferite dai cittadini nelle stazioni ecologiche comunali e azioni di informazione e sensibilizzazione da parte dei soggetti firmatari”. L’assessore ha toccato il tema dello smaltimento illegale dei rifiuti “che è emerso con grande violenza in Campania e che potrebbe in futuro interessare altri paesi in difficoltà che si prestano a dare soccorso ad altri Stati. A proposito – ha detto – la normativa è fondamentale, ma anche la conoscenza della comunità che è tanto più garantita, quanto più è informata”. Per quanto riguarda il Piano regionale dei rifiuti “ogni azione – ha precisato Bottini – è strettamente agganciata ad altre. In particolare la raccolta differenziata rientra tra quelle più virtuose che la Regione svolge”. All’incontro erano invitati rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle società di gestione dei rifiuti e delle associazioni di categoria degli artigiani, per un’analisi approfondita delle problematiche rilevate nel territorio regionale in relazione ai fenomeni di illegalità nella gestione delle batterie al piombo esauste. “Le forme di illegalità più o meno diffuse che si stanno ultimamente riscontrando sul territorio – hanno riferito i rappresentanti del Cobat – sono determinate dall’interesse da parte di operatori occasionali in seguito alla crescita delle quotazioni del piombo metallo, elemento presente all’interno delle batterie esauste per il 65 per cento del loro peso. Tale fenomeno ha favorito la nascita di un mercato sulle batterie esauste alimentato da diversi soggetti che, interessati unicamente al guadagno, spesso operano una gestione inadeguata di questo rifiuto pericoloso generando gravi rischi per la salute e per l’ambiente. A proposito, l’accordo con la Regione prevede un’attività di sensibilizzazione rivolta ai Comuni ed alle società di igiene urbana affinché, se ancora sprovvisti, attivino il servizio di raccolta differenziata per le batterie esauste provenienti dal cittadino mediante la sottoscrizione di una convenzione con il Cobat”. Ad oggi i comuni umbri presso i quali il Cobat, attraverso la propria rete di incaricati, svolge regolarmente il servizio di raccolta, sono 37, pari al 65 per cento della popolazione regionale. Grazie ad una banca dati Cobat è in grado di monitorare la filiera delle batterie al piombo, garantendo la completa tracciabilità del rifiuto dal singolo produttore o detentore fino alla sua destinazione finale presso gli impianti di riciclo. Questo prezioso strumento viene messo dal Cobat a disposizione degli enti di controllo per conoscere in modo estremamente dettagliato ed in tempo reale i movimenti seguiti dalle batterie esauste sul territorio nazionale. L’obbligo di inviare al Cobat il “modello unico di conformità ambientale” da parte di chiunque gestisca batterie al piombo esauste permette infine, di monitorare anche i movimenti esterni delle batterie esauste il cui potenziale chimico viene trasformato in nuova risorsa. L’acido solforico viene inertizzato o riutilizzato nei processi industriali, le plastiche come il polipropilene riciclate ed il piombo recuperato per più del 90 per cento, coprendo circa il 50 per cento del fabbisogno nazionale, con un risparmio di 200 milioni di euro all’anno sulle importazioni. Condividi