RONCONI.jpg
SPOLETO - L'attenzione di Luca Ronconi e il suo impegno con gli attori e' quasi proverbiale, ma ora il regista lo rende evidente con e scelte fatte al Piccolo di Milano, dove sta creando una compagnia fissa e spettacoli di lunga tenitura e poco giro, e con le lezioni-spettacolo o prove pubbliche che, a cura del Centro Teatrale Santa Cristina, propone al Festival sui testi di Ibsen nella ex chiesa di San Simone. ''Questa battuta va detta come se lanciassi un sasso per farlo rimbalzare sulle onde del mare'', suggerisce a Cristian Giammarini che propone l' Hialmar de 'L'anatra selvatica' con Francesca Ciocchetti nei panni di Gina. ''Lezioni e' in realta' un titolo poco pertinente - spiega lui stesso - perche' si tratta di un vero e proprio confronto con gli interpreti, attori professionisti con cui si discute dei testi dei personaggi, dei ritmi, delle intonazioni e del senso dei dialoghi di Ibsen''. E lui spesso, a ogni osservazione, aggiunge:''secondo me''. Le varie Lezioni di Ronconi, iniziate ieri e programmate per quattro giorni, diventano una sorta di lettura critica delle opere di Ibsen e dei emi ricorrenti in questo autore, che lui illustra in apertura partendo, ovviamente, dai rapporti coniugali e quelli famigliari piu' in generale, per arrivare all'infanticidio, la malattia, il mondo delle convenzioni borghese, il rapporto tra inconscio e conscio. ''Quelle di Ibsen sono tragedie, perche' i personaggi debbono sottostare e sono vittime di un destino. Gli esiti sono appunto drammatici, ma il destino e' ridicolo'', sottolinea, spiegando a uno degli attori come il suo personaggio debba appunto risultare piu' comico e ridicolo: ''Fa affermazioni, forti, imperative e poi le riduce e contraddice nella stessa battuta, ridicolizzandole''. E ancora: ''E' un borghese che va fatto un po' istrionico: si ritiene un uomo nobile, lui''. Si assiste in pratica a quelle che vengono chiamate in gergo le prove a tavolino, in cui il regista propone il testo, ne indica le sue letture, le confronta con i suggerimenti degli attori relativi ai propri personaggi e ognuno legge le roprie parti, scoprendone le possibilita' d'interpretazione. Attorno al lungo tavolo nella navata della chiesa, dove quasi 40 anni fa Ronconi ebbe lo storico debutto del suo 'Orlando furioso', sono 13 attori, che, a conclusione della giornata reciteranno in una prima, improvvisata filata i loro dialoghi sulla pedana nell'abside. Le quattro serate sono cosi', ovviamente, diverse l'una dall'altra e molto mobili e dialettiche anche al loro interno (ognuna affronta brani di tre o quattro drammi dell'autore norvegese e ha la durata di quattro/cinque ore. Condividi