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PERUGIA - “Si può solo concordare sulle direttive d’azione che costituiscono l’ossatura del piano rifiuti”. Lo afferma il capogruppo regionale del Prc, Stefano Vinti, che “dopo una prima, attenta lettura e analisi della bozza del piano regionale dei rifiuti” elaborata dalla Giunta si dichiara “d’accordo sulle politiche di riduzione a monte dei rifiuti, anche considerando la limitata possibilità di intervento a livello regionale, su una raccolta differenziata ottimale che porti al rispetto delle percentuali -obiettivo stabilite dal ministero dell’ambiente e su una chiusura del ciclo dei rifiuti che sia condivisa e rispettosa dell’ambiente e delle richieste dei cittadini”. “Avvalendosi del contributo di gruppi di lavoro esperti in materia – ricorda Vinti - Rifondazione comunista propone un progetto di ottimizzazione per il ciclo dei rifiuti differenziati, per garantire il raggiungimento delle quote previste e indicando tecnologie avanzate per lo smaltimento qualitativo. Tra queste, la tecnologia a Rfid (una fascetta elettronica contenente dati e facilmente leggibile da una semplice apparecchiatura), che permette la tracciabilità del rifiuto e la valutazione del differenziato conferito, in modo da applicare sistemi di tariffazione che permettano di incentivare l’utente che aderisce alla raccolta differenziata. Le quote minime previste per legge – chiarisce il consigliere regionale - sono: a) almeno il 35 per cento entro il 2006; b) almeno il 45 per cento entro il 2008, c) almeno il 65 per cento entro il 2012. Ovviamente la quota prevista del 65 per cento di differenziato nel 2012 deve essere considerata come un primo traguardo di un obiettivo più ambizioso (ma realizzabile), che possa portare le percentuali a superare il 70 per cento, per dare continuità all’impegno dei cittadini e per e per non vanificare il lavoro di sensibilizzazione e di educazione civica e ambientale che preludono a queste scelte”. Per il restante 35 per cento di rifiuti non riciclabili, Vinti auspica “l’uso dei sistemi di smaltimento ad alta tecnologia, orientati alla ìtrasformazione in residui inerti riutilizzabili per usi industriali”. Uno di questi impianti, il Thor (Total house waste recycling), elaborato dall’Enea, “è già in uso presso il Comune di Terranova, in provincia di Messina. Il sistema ad 'estrusione' in funzione viene invece utilizzato a Vedelago (Tv). Negli Usa si sta facendo strada il “plasma-converter”, che inertizza materiali altamente tossici e nocivi trasformandoli in gas per la produzione di idrogeno”. “L’uso di queste tecnologie per far fronte al 30 – 35 per cento restante di rifiuto indifferenziato – continua Vinti - può essere la soluzione più coerente con una politica ecologista che guarda al futuro: sulla chiusura del ciclo è necessario fare una riflessione e una considerazione sui molti fattori ambientali e sociali che ogni soluzione potrà comportare, dato che molti indizi lasciano intendere che la scelta più probabile sarà quella dell’inceneritore. È impellente impegnarsi in modo deciso per il raggiungimento di quanto previsto dalla legge e nel frattempo, è indispensabile valutare la scelta impiantistica più opportuna senza scartare aprioristicamente soluzioni innovative che potrebbero offrire un valido contributo allo sviluppo della nostra regione”. Condividi