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PERUGIA - Al convegno su compostaggio e termodistruzione di rifiuti tenutosi a Perugia presso la Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni erano presenti, oltre all'Assessore all'Ambiente Bottini e ad alcuni rappresentanti del mondo politico locale, gli attivisti della Rete dei Comitati Civici Umbri. La conferenza si è rivelata il solito panegirico filoinceneritorista in assenza di contraddittorio a cui erano stati invitati, in qualità di relatori, tecnici operanti nel settore della termodistruzione dei rifiuti e medici "indulgenti". Trattamento meccanico biologico e compostaggio sono stati utilizzati per fare da sfondo alla magnificazione del processo di incenerimento dei rifiuti. Un minimo di equilibrio è stato ristabilito con l'intervento del portavoce dei Comitati Civici il quale, in conclusione, ha proceduto alla lettura del documento che si invia in allegato. Di fronte alle argomentazioni in esso contenute la platea filoinceneritorista non ha osato minimamente controbattere. Il silenzio della sala è stato rotto soltanto dalla risposta dell'Assessore Bottini il quale ha promesso di prendere in esame le alternative realmente ecosostenibili all'incenerimento dei rifiuti aprendo uno spiraglio di dialogo con le associazioni civiche. Speriamo sinceramente che l'Assessore voglia dare seguito con azioni concrete a quanto promesso in data odierna. Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo Lettera aperta all’Assessore all’Ambiente della Regione Umbria Lamberto Bottini Egregio Assessore, da qualche mese, in seguito all'esplosione della cosiddetta "emergenza rifiuti" campana, anche nella nostra Regione si è iniziato a discutere circa la necessità di un'impiantistica in grado di completare il ciclo dei rifiuti. A dispetto di chi definisce l'associazionismo civico il "fronte dei no", vogliamo subito esprimere condivisione circa il fatto che un'impiantistica in grado di sottrarre al conferimento in discarica una significativa percentuale di rifiuti sia cosa necessaria ed auspicabile. Abbiamo subito iniziato a monitorare la situazione leggendo la carta stampata, seguendo i dibattiti televisivi sulle emittenti a diffusione regionale, ed abbiamo purtroppo constatato che per la grande maggioranza della cosiddetta "politica ufficiale" umbra il termine "impiantistica" significa solo ed esclusivamente "inceneritore" (impropriamente chiamato, a volte, "termovalorizzatore"). Le affermazioni del Dr. Veronesi circa la presunta innocuità di questo tipo di impianti, anche se subito smentite da autorevoli personalità della comunità scientifica mondiale (Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente, Ordine dei Medici francese, etc), e da oltre 100 studi epidemiologici effettuati in Italia e all’estero, hanno tuttavia fornito un appiglio mediatico per mezzo del quale reclamizzare a tappeto questo tipo di impianti. Nessuno, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale qui in Umbria, ha mai approfondito ne' tantomeno promosso dibattiti su quelle che sono universalmente riconosciute come le alternative ecosostenibili all'incenerimento dei rifiuti, vale a dire su cicli integrati fra raccolta porta a porta, trattamento meccanico biologico, biostabilizzazione, fermentazione anaerobica, riciclo ed estrusione per attrito. Si è parlato solo di raccolta differenziata finalizzata alla produzione di ciò che viene definito “CDR di qualità” per alimentare un inceneritore. Nessuno, tranne noi, ha avuto il coraggio civico di diffondere notizie reali e verificate che però vanno in direzione contraria alla realizzazione di questi impianti in quanto, già di per sé stesse, sufficienti a smontare l'assioma – insistente – usato di chi ha interesse affinché questi impianti vengano realizzati, ovvero la loro presunta indispensabilità, la loro presunta efficienza e la presunta mancanza di alternative ecologicamente sostenibili ed economicamente vantaggiose. Nessuno ha parlato (fonte LA STAMPA) del Sindaco di Tel Aviv in Israele il quale mesi or sono si è offerto di prendere tutti i rifiuti di Napoli per trasformarli in materie prime presso l'impianto di trattamento a freddo che costituisce motivo di vanto per la sua città e per la sua amministrazione, ma non ha ricevuto risposta dai colleghi partenopei. Nessuno ha citato il Ministro dell'Ambiente della Sassonia in Germania, il quale (Fonte LA REPUBBLICA) ha categoricamente smentito la notizia circolante in Italia sul fatto che i rifiuti italiani verrebbero inceneriti in Germania: infatti gli amici tedeschi prendono sì i nostri rifiuti ma, come avrebbe fatto volentieri anche il sopraccitato primo cittadino di Tel Aviv, li riciclano con tanti ringraziamenti all'Italia che regala loro milioni e milioni di euro i quali potrebbero rimanere nel nostro Paese, generare migliaia di posti di lavoro ed essere così ridistribuiti fra gli strati più bassi della società. Nessuno parla delle realtà già esistenti nel nostro Paese, come il Centro Riciclo di Vedelago nel trevigiano (www.centroriciclo.com), in grado di assicurare un recupero dal secco che va dal 90 al 95 % del totale mentre dal restante 5-10% non riciclabile (pannolini e pannoloni compresi), trattato in un impianto di estrusione per attrito (sistema tutto italiano e di basso costo: 2 milioni di euro per un impianto) si crea sabbia sintetica da usare in percentuale del 20% per la produzione di manufatti in cemento (blocchi da costruzione) o per la costruzione di mobili o manufatti per esterno. Nessuno ha fatto notare che l’inceneritore fortemente voluto da Marrazzo ai Castelli Romani avrebbe un costo di circa 400 milioni di euro, soldi pubblici spesi per non risolvere il problema dei rifiuti mettendo a repentaglio l’ambiente e la salute dei cittadini, mentre un centro di riciclo in grado di trasformare la quasi totalità del rifiuto tal quale in materia prima costa appena 5 milioni di euro senza sussidi occulti. Nessuno ha informato i cittadini circa l'esistenza di un documento emesso dall'ARPA Piemonte, comprovante la relazione fra aumento dell'insorgenza di linfomi, sarcomi dei tessuti molli, cancro al polmone ed altre forme di neoplasie fra le popolazioni esposte alle emissioni degli inceneritori di rifiuti, così come nessuno ha parlato di un documento analogo ed ancor più particolareggiato, redatto dall'Istituto Oncologico Veneto, circa la corrispondenza fra insorgenza di sarcomi ed esposizioni ai fumi di questi tipo di impianti. Nessuno ha parlato, ovviamente, delle prese di posizione dell'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna i quali, per aver agito in conformità con il proprio codice deontologico informando i cittadini circa i rischi per la salute connessi con l'attività di questi impianti, sono stati minacciati di pesantissime sanzioni dall'allora Ministro Bersani, cosa che ha dato origine alla coniazione di un neologismo verbale: "bersanizzare", appunto. Nessuno ha avuto il coraggio o l'onestà intellettuale di specificare che il particolato più insidioso e pericoloso, inferiore al PM 2,5, è impossibile da captare e filtrare, per cui anche i più moderni ed efficienti sistemi di filtraggio risultano inadeguati allo scopo di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini. Nessuno ha detto che le diossine, date per sconfitte dagli apologeti di questo tipo di impiantistica, si riformano all'interno della stessa camera di combustione nei punti in cui la temperatura scende sotto la soglia critica di rottura delle molecole di questo composto micidiale. Nessuno ha detto che, essendo un inceneritore ai sensi di legge un'industria insalubre di classe I, causa un deprezzamento di terreni e fabbricati circostanti nel raggio di alcuni chilometri, per cui i cittadini che si riterranno patrimonialmente danneggiati dalla messa in funzione di un simile impianto potranno rivalersi, citandolo per danni, sull'attore ultimo della realizzazione dell'impianto, ovvero colui che rilascia l'autorizzazione sanitaria, vale a dire il Sindaco del Comune interessato. Ogni singolo cittadino eventualmente danneggiato potrà, qualora necessario, chiedere i danni per la svalutazione del proprio patrimonio immobiliare a quel Sindaco che autorizzerà la realizzazione di un inceneritore: tutti i Primi Cittadini dell'Umbria sono avvisati in tal senso. Avremmo solo due domande da porLe, gentile Assessore: 1. Intende, in futuro, approfondire il dibattito sulle alternative economicamente ed ecologicamente sostenibili per il completamento del ciclo dei rifiuti, ad esempio il ciclo integrato tra raccolta porta a porta, TMB e riciclo, in grado di trasformare i rifiuti in risorse economiche con un impatto praticamente zero? (per inciso il centro di Vedelago "serve" una popolazione di 1.150.000 abitanti). Non ritiene opportuno, dopo aver visitato l'inceneritore di Vienna, di andare a vedere come funziona un SISTEMA ITALIANO a poco più di 400 km? 2. Per l'Amministrazione Regionale vengono prima gli interessi pecuniari del mondo imprenditoriale interessato alla realizzazione e alla gestione di un ipotetico inceneritore, oppure il diritto alla salute dei cittadini umbri, alla tutela ambientale e paesaggistico-naturalistca che l' Umbria offre? Cordiali ringraziamenti. Rete dei Comitati Civici Umbri Condividi