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PERUGIA - “Una follia. L'ipotesi rilanciata dalGoverno e ripresa dal centrodestra regionale di realizzare una centrale nucleare in Umbria è semplicemente sconcertante e fuori da ogni criterio energetico, ambientale ed economico”. Lo afferma, in una sua nota, il presidente dei Verdi e Civici in Consiglio regionale, Oliviero Dottorini, secondo il quale “è necessario che l'Umbria prenda immediatamente le distanze da questa ipotesi scellerata rendendo indisponibile il proprio territorio a soluzioni antiquate, costosissime e perdenti”. Dottorini commenta con queste parole le indiscrezioni giornalistiche secondo cui il Governo nazionale avrebbe individuato in San Liberato di Narni uno dei siti su cui realizzare la serie di centrali nucleari nazionali, così come indicato in un documento del ministero dell’Industria. “Quella del nucleare – aggiunge Dottorini - è una scelta ideologica e perdente, che non produrrà risultati se non quello di bloccare i percorsi di modernizzazione del Paese avviati con i Provvedimenti in favore delle energie rinnovabili. L’ipotesi del Governo e rilanciata dal centrodestra umbro, è sbagliata perché antieconomica, vecchia e pericolosa dal momento che l'atomo da fissione non ha risolto i gravi problemi generati dagli elevatissimi costi e dallo smaltimento delle scorie radioattive. Tutti elementi che hanno già indotto importanti paesi come Germania, Svezia ed Olanda a programmare la propria uscita dal nucleare per puntare con forza su energie pulite, rinnovabili e sicure. Fa sorridere la posizione di chi a livello nazionale propaganda il nucleare come sicuro, moderno e risolutivo, salvo poi mettere le mani avanti, quando viene individuato il proprio collegio elettorale come sito adatto ad ospitare una centrale. In quel caso si pensa che sia opportuno realizzarla nei territori altrui, in zone meno 'compromesse'. Della serie: viva il nucleare, ma a casa d'altri. Un bell'esempio di responsabilità che rafforza notevolmente la posizione di chi, come Casini, Berlusconi e Fini, da sempre ha criticato la sindrome Nimby dei comitati ambientalisti. Noi Verdi e Civici, al contrario, siamo contrari al ricorso all’energia nucleare, sia che le centrali nascano nel collegio di un consigliere dell'Udc, sia che le si realizzino nella pianura di Trevi o in qualsiasi altra parte d’Italia”. “Dobbiamo ricordare – aggiunge il capogruppo regionale dei Verdi e civici – che il documento del Ministero dell'Industria si rifà al Piano energetico regionale del 1987 in cui si indicava San Liberato–Nera Monitoro come sito ideale per una centrale nucleare da 1200 megawatt: un piano obsoleto e datato, che non tiene conto del voto popolare che venti anni fa ha sancito la sconfitta di chi puntava su un modello energetico altamente rischioso per la salute e con i più alti livelli di costi. Proprio la settimana scorsa il premio Nobel Carlo Rubbia è venuto a Perugia per ricordarci che l'energia solare ha le potenzialità per garantire le necessità energetiche dell'intero pianeta. Sole, vento, acqua, geotermia, biomasse locali, assieme all'idrogeno, rappresentano una grande sfida per una prospettiva energetica nazionale di grande rilievo, che dia una risposta alla dittatura del petrolio e che garantisca un modello energetico, più sicuro, più economico e anche più democratico”. Condividi