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TERNI, 19 GIU - E' ripresa stamani davanti al Gup di Terni, Pierluigi Panariello, l'udienza preliminare nei confronti di don Pierino Gelmini, accusato di abusi sessuali nei confronti di dieci ormai ex ospiti della Comunita' Incontro. Nel procedimento sono coinvolti anche due collaboratori del sacerdote e la madre di uno degli accusatori che devono rispondere di avere in qualche modo intralciato le indagini. Nessuno degli imputati e' presente in aula stamani. Nel corso dell'udienza di oggi alcuni dei difensori chiederanno al giudice che vengano disposte delle deposizioni per chiarire le modalita' di realizzazione delle intercettazioni telefoniche alla base delle accuse in particolare nei confronti dei collaboratori di don Gelmini. Presente, invece, Michele Iacobbe, uno dei principali accusatori di don Pierino Gelmini. Il giovane, che e' detenuto, e' stato scortato al palazzo di giustizia dagli agenti della Polizia penitenziaria. Ha quindi preso posto in aula assistito da un legale. Iacobbe e' persona offesa nel procedimento per molestie sessuali a carico di don Gelmini. Lasciando brevemente l'aula durante una pausa dell' udienza, Iacobbe si e' rivolto ai giornalisti urlando: ''E' un mostro don Gelmini...''. Intanto, l'avvocato Manlio Morcella, difensore di uno dei collaboratori di don Gelmini accusati di avere in qualche modo intralciato l'indagine, ha richiesto al Gup una istruttoria testimoniale su come sono state eseguite le 45 mila intercettazioni telefoniche dell'inchiesta. In particolare, il legale ha rilevato che alcune sono state compiute dopo la data di scadenza dell'autorizzazione concessa dal Gip. Morcella ha sostenuto che le apparecchiature per le intercettazioni sono state noleggiate e non utilizzate nella sala d'ascolto della Procura. Ha quindi chiesto l'ammissione della testimonianza di due ufficiali di Polizia giudiziaria, di due appartenenti alla societa' che ha noleggiato le apparecchiature e di un consulente. Richiesta alla quale si e' associato l'avvocato Filippo Dinacci, che difende don Gelmini. Dinacci ha sostenuto che le intercettazioni sono state captate utilizzando un server e da qui scaricate su cd. Ha affermato che l'attivita' e' stata svolta in assenza di difensori, come invece previsto dal codice, chiedendo di poter consultare l'originale delle registrazioni delle telefonate. Il Gup e' attualmente in camera di consiglio per decidere. Condividi