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PERUGIA - Confartigianato Imprese Perugia sugli scudi nell’approfondire il problema relativo ai costi energetici che sempre più frenano la capacità competitiva delle imprese locali e nazionali. L’associazione di categoria ha infatti pensato, in collaborazione con il laboratorio di ricerca “Demetra spa”, ad uno specifico progetto intitolato “Competitività e innovazione – la parola alle imprese”: attraverso una serie di incontri sul territorio provinciale (se ne sono tenuti nel mese di maggio già due, a Deruta il 23 e a Perugia il 30) sta supportando l’imprenditore nelle scelte relative alla gestione dei processi di innovazione, della ricerca, dell’ambiente e dell’energia. I settori maggiormente interessati sono quelli della meccanica di produzione, della ceramica, del legno, del tessile, della grafica, degli impianti e dell’edilizia. “Sono momenti per confrontarsi sulle nuove opportunità che si aprono - come ha spiegato Antonio Bruschi, vice segretario di Confartigianato Imprese Perugia - in un periodo, come quello attuale, in cui fonti rinnovabili, ricerca e innovazione sono temi di elevato interesse per le imprese , anche perché oggetto di importanti finanziamenti, incentivi e sgravi fiscali”. “Le dinamiche economiche italiane degli ultimi due anni - ha continuato Bruschi - hanno posto fine ad un ciclo piuttosto difficile e doloroso per il nostro sistema produttivo. Certamente, tra i principali fattori che hanno influenzato la crescita, quello dello sviluppo sostenibile e del costo e dell’approvvigionamento energetico sono sempre più motivo di interazione, anche accesa, tra le diverse categorie politiche, economiche e sociali, soprattutto nel momento in cui il costo del petrolio ha sfondato il tetto dei cento dollari al barile, per poi toccare i 130”. Proliferano così le sperimentazioni sulle fonti alternative al petrolio, anche se il problema dei costi di riconversione industriale e dei costi necessari per produrre tali fonti risulta non secondario. L’Unione Europea, in tale ambito, ha delineato alcune linee guida in materia di approvvigionamento energetico e ambientale: entro il 2020 gli Stati membri dovranno ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20% attraverso un miglioramento dell’efficienza, un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili ed un ricorso ai biocarburanti nei trasporti. Il problema reale, però, deriva dal fatto che l’Italia dipende per circa l’85% del fabbisogno energetico dall’estero e dalla insufficiente disponibilità delle reti di approvvigionamento, trasformazione e distribuzione delle fonti energetiche. “L’efficienza energetica – ha detto il vice segretario Antonio Bruschi - risulta cruciale per le piccole e medie imprese italiane che supportano, tra l’altro, anche significativi livelli di accise sui costi del carburante per autotrazione, peraltro in un contesto di infrastrutture stradali sicuramente non a pieno supporto dell’efficienza logistica ed in un Paese che, per la produzione di energia elettrica, dipende prevalentemente da idrocarburi acquistati all’estero. Questo problema, poi, interessa di riflesso anche le famiglie che vedono erodere progressivamente il potere d’acquisto”. Per favorire la diffusione di fonti rinnovabili, intanto, il Ministero dello Sviluppo Economico, in sinergia con il Ministero dell’ambiente, ha emanato un decreto ministeriale (19 febbraio 2007, governo Prodi, ndr) finalizzato ad incentivare la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, riconosciuti più promettenti in termini di potenziale diffusione e connesso sviluppo tecnologico. “È per approfondire tutte queste tematiche – ha concluso Antonio Bruschi – che abbiamo deciso di porre in essere il progetto ‘Competitività e innovazione – la parola alle imprese’. Bisogna conoscere quali sono le opportunità esistenti sul mercato, sia legate alle agevolazioni fiscali e finanziarie che ai bandi comunitari, nazionali regionali”. I prossimi incontri a favore delle imprese perugine sono in programma per il 13 e il 26 giugno, rispettivamente a Città di Castello e a Spoleto. Condividi