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Caro Nichi, ho letto la tua lettera aperta a Ferrero e Grassi e, pur condividendone alcune annotazioni sul “clima” congressuale, non ti nascondo di averla trovata alquanto strumentale, soprattutto in quel voler apparire come quello de “io non c’ero e se c’ero dormivo”. Così non è stato, non è. Come l’insieme del Partito, ho appreso dalla stampa della tua autocandidatura a Segretario, nel corso di un CPN difficile, impegnato a definire procedure e documenti congressuali. Non l’ho apprezzato, e lo sai, perché espressione di un leaderismo, personalizzazione, del far politica, che non condivido, e nel contempo volontà di far del congresso non la sede del confronto politico, ma referendum sulla/sul Segretaria/o. L’autocandidatura era sorretta da giudizi sul PRC, “fotografato” diviso fra conservatori ed innovatori, identitari e non, quelli con il torcicollo e quelli che guardano avanti, (ti sei mai chiesto come si sono sentiti scorticati da queste etichettature le/i compagne/i?). Questa suddivisione tra buoni e cattivi, non si può certo considerare un’apertura alla politica per la discussione congressuale, ma piuttosto, come dici tu, ad “un’arena per gladiatori”. Anch’io non voglio passare il mio tempo a difendermi da “livide fantasie”, ma a differenza tua non mi spezzo oggi così come non mi sono mai spezzato alle rinnovate etichettature. Ho contribuito a fondare questo Partito e voglio farlo vivere come strumento efficace, socialmente utile, per l’oggi e per il domani, soprattutto per le nuove generazioni. Sosteniamo nel congresso documenti diversi, io quello di “RIFONDAZIONE COMUNISTA IN MOVIMENTO – rilanciare il Partito, costruire l’unità a sinistra” perché dietro all’affermazione di voler ripartire da Rifondazione ci sono modi e percorsi diversi, obiettivi diversi che si vuole perseguire. Ti senti “toccato” dall’accusa di voler sciogliere il Partito? Non si può far finta che nulla sia successo: anche ieri si diceva (dicevi) che la SINISTRA, L’ARCOBALENO, il suo obiettivo costitutivo di essere “un nuovo soggetto unico della sinistra”, non significava superamento–scioglimento del Partito. La verità, come sempre, è venuta a galla ed altra cosa era, tanto da subire una disfatta elettorale e da non trovare più nessun suo sostenitore che oggi lo ribadisce. Se l’obiettivo del tuo ripartire da Rifondazione è quello di dar vita ad una “costituente della sinistra” (costituente dice il vocabolario, significa contribuire alla formazione, mettere assieme, fondare) è più che legittimo vedere in questo un progressivo superamento del PRC. Questo penso, e contro questo condurrò la mia battaglia congressuale, senza “odio” per nessuno, proprio perché “comunista di lungo corso”. Aurelio Crippa Condividi