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ROMA – l’obiettivo che si era posto Veltroni di sfondare elettoralmente al centro è stato clamorosamente mancato. L’analisi nuda e cruda del deludente risultato elettorale del PD è stata impietosamente fatta nel corso del recentissimo convegno organizzato dalla fondazione “Italianieuropei” che fa capo a Massimo D’Alema e che aveva come tema proprio una riflessione sui flussi di voto. Dopo gli inopportuni trionfalismi dei vertici del PD che si consolavano della sconfitta vantando il discutibile successo riportato dal loro partito, all’ex ministro degli esteri del governo Prodi va se non altro riconosciuto il merito di aver messo il dito su una piaga dolorosissima, dimostrando non solo che quel successo non c’è stato, ma che al contrario l’innaturale matrimonio combinato fra ex comunisti ed ex democristiani, oltre ad indebolire il governo Prodi ha spostato a destra 1,5 milioni di elettori, consegnando così il Paese a Silvio Berlusconi. Ciò vuol dire che la scelta veltroniana della demonizzazione dei piccoli partiti non ha pagato: la rottura dell’alleanza nel centro sinistra ha ottenuto, dobbiamo riconoscerlo, l’obiettivo che tanti denunciavano inascoltati di cancellare la sinistra dal Parlamento (ma non dalla società), permettendo al PD di vantare comunque un saldo positivo, ma alla fin fine questa cannibalizzazione ai danni in particolare della Sinistra Arcobaleno (milioni di elettori di sinistra sono stati convinti dal fallace slogan del “voto utile”) ha premiato soprattutto il Cavaliere e la Lega. Ora c’è da augurarsi che questa riflessione si allarghi a tutto il PD, se non altro per lasciare aperta, a partire dall’Umbria, una diversa prospettiva per quanto riguarda i rapporti nel centrosinistra in vista dei futuri appuntamenti elettorali (Europee e amministrative) è soprattutto per determinare il tipo di opposizione da proporre al governo delle destre che ci eviti quanto meno il “volemose bene” che pare al momento prevalere. Condividi