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di Luca Spaccini I Ceri, orgoglio e vanto della nostra regione oggi interessano le cronache per due differenti motivi; il primo è il restauro di tre dei dodici basamenti sui quali i simboli dell'Umbria poggiano, il secondo riguarda invece la politica. Tornando ai basamenti, va ricordato che questi vennero costruiti, quattro per ogni cero, da Gaetano Agostinelli nel 1899 e acquistati dal Comune nel 1907 per 120 lire. Il restauro, effettuato da Tiziana Monicelli e Vincenza Morena, entrambe eugubine, ha riportato all'antico splendore i basamenti, rimuovendo uno spesso strato di olio e polvere. Il Sindaco Orfeo Goracci ha fatto suo l'impegno di completare l'opera di restauro degli altri basamenti entro la Corsa del prossimo anno. Sul fronte politico, la manifestazione eugubina è interessata alla discussione in Consiglio Regionale della proposta di legge per la valorizzazione delle manifestazioni storico-folcloristiche. Le critiche alla legge vengono mosse da alcuni gruppi politici e in particolar modo dal capogruppo dei Socialisti Tognoloni (è socialista anche il relatore della legge, cioè l'assessore Rometti) e da altre realtà regionali. Sull'altro fronte c'è il consigliere di Rifondazione Lupini, eugubino doc, che difende la legge. Rilancia il consigliere comunale Farneti (Prc) che rispolvera una legge del 92, firmatario Pier Luigi Neri, che prevedeva la istituzione dell'Istituto regionale del folclore con sede a Gubbio. Il nocciolo della questione è la richiesta di differenziare le manifestazioni che hanno una tradizione storica consistente,prevalentemente si pensa ai Ceri, appunto,dalle semplici rievocazioni. I critici della legge vedono il pericolo di "parificare" la corsa dei Ceri ad una qualsiasi festa paesana. Lupini,pur difendendo la legge che consentirebbe un ulteriore impulso alla proposta turistica, non intenderebbe "declassare" la festa eugubina, ma anzi propone di porla su un differente piano, visto che è prossima la sua promozione a bene immateriale dell'Unesco. Al momento si registra una fase di impasse, visto che la legge in discussione dovrebbe stabilire un albo regionale delle manifestazioni, con la creazione di un calendario strutturato per non sovrapporre gli appuntamenti e, probabilmente una classificazione della storicità degli eventi; per consentire ciò si dovrà nominare una commissione scientifico-storico-culturale che possa valutare tutte le caratteristiche delle manifestazioni e stilare così un elenco dettagliato e preciso. Quindi è tutto rimandato, tranne le polemiche, alla nomina di tale commissione. Condividi