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Un recente studio dell’Ires Cgil ha evidenziato come le retribuzioni lorde dei dipendenti italiani hanno registrato fra il 2000 e il 2010, a causa di una inflazione più alta del previsto, una perdita di potere d'acquisto di 3.384 euro che, sommata alla mancata restituzione del fiscal drag, si traduce in 5.453 euro in meno per ogni lavoratore dipendente alla fine del decennio. In dieci anni, dunque, la perdita cumulata calcolata sulle retribuzioni equivale a circa 44 miliardi di maggiori entrate complessivamente sottratte al potere d'acquisto dei salari. Nel biennio della crisi 2009-2010, inoltre, l’aumento della pressione fiscale ha cancellato gli effetti degli aumenti previsti dai rinnovi contrattuali: l'incremento medio reale del salario nel biennio 2009-2010 risulta di 16,4 euro netti mensili che scende a 5,9 euro se si considera l'abbattimento del reddito dovuto al ricorso alla cassa integrazione. Questa situazione mostra come nel Paese sia aperta una grande questione salariale e del lavoro. In Umbria, dove da tempo le retribuzioni sono in media del 10% inferiori a quelle del Centro-Nord e dove il ricorso alla cassa integrazione – in scadenza al 31 dicembre – nel 2010 ha riguardato, tra ordinaria e straordinaria, ben 30 mila lavoratori, la questione salariale ha un’incidenza ancora più pesante sul tessuto economico produttivo regionale e sui bilanci delle famiglie. Da tempo Rifondazione comunista e la Federazione della Sinistra chiedono un Piano regionale per il lavoro e l’istituzione del reddito sociale, come misura concreta contro la precarietà e come stimolo alla crescita della retribuzione minima reale. La fotografia del Paese e dell’Umbria, dal punto di vista del mondo del lavoro, presenta, secondo i dati drammatici riportati, elementi di difficoltà tali da non consentire più ritardi nella definizione di soluzioni efficaci, che certo non verranno dal governo neoliberista e antipopolare di Berlusconi e della Lega. La mobilitazione per un piano straordinario del lavoro e per la crescita delle retribuzioni sono motivi in più per partecipare e contribuire al successo della manifestazione della Fiom Cgil che si terrà a Roma il prossimo 16 ottobre. Un appuntamento al quale tutte le forze democratiche e progressiste devono partecipare e al quale la sinistra deve intervenire con una mobilitazione condivisa attraverso la costituzione di comitati unitari per il 16 ottobre. Stefano Vinti, segretario regionale Prc Umbria Condividi