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La Ru486 non è soltanto tema di dibattito politico. La tecnica farmacologica che consente un’interruzione di gravidanza volontaria in alternativa a quella chirurgica sarà presto accessibile anche in Umbria alle donne che hanno preso la dolorosa decisione di non portare a termine la propria gravidanza. Un parere medico scientifico sul farmaco l’abbiamo chiesto a Giovanni Pomili, segretario regionale dell’Umbria di Aogoi, l’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani, Come agisce la Ru486? E’ un antiprogestinico, impedisce tutte le azioni del progesterone provocando l’interruzione dello sviluppo della gravidanza. E’ una tecnica sicura? Credo si debba considerare allo stato delle conoscenze sostanzialmente sicura. Nella letteratura esistono dei casi riportati ma sembra essere molto controverso il collegamento all’uso. Sostanzialmente la letteratura internazionale considera la tecnica, ampiamente sperimentata in altri paesi, sicura. Ad agire sono due farmaci: il primo (il mifepristone, ndr) blocca la gravidanza mentre il secondo, (la prostaglandina, ndr) induce contrazioni uterine e provoca l’espulsione dei tessuti embrionali.   E’ molto dolorosa questa fase? In Umbria non abbiamo esperienza diretta ma i dati provenienti da altre regioni ci dicono che non sembra essere particolarmente dolorosa anche se qualche effetto c’è: contrazioni, crampi, perdita di sangue. Mentre l’interruzione di gravidanza chirurgica è più veloce e prevede un’anestesia. Fino a quando è possibile praticare l’Ivg farmacologica? Si può praticare entro il 49esimo giorno (contando dall’ultimo giorno dell’ultima mestruazione, ndr) ma ci sono dei vincoli da tener presenti nell’utilizzo di questa tecnica abortiva. Si può fare un raffronto tra Ivg farmacologica e chirurgica nella valutazione del rischio? La prima consente di evitare l’intervento chirurgico, ma non mi sento di dire che una tecnica è più sicura dell’altra. La scelta spetta alla donna. Secondo lei è necessario l’obbligo al ricovero ospedaliero? Se ne discute molto. Le linee guida del ministero della salute parlano di ricovero. Altre regioni hanno preferito il regime ambulatoriale. Io credo che il regime ambulatoriale possa essere sicuro. E quindi la sua adozione nella nostra regione possa avvenire senza problemi, come già in altre regioni e in molti altri paesi europei e secondo i dati di cui disponiamo sinora. Condividi