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PERUGIA - Ergastolo confermato per Roberto Spaccino, l'ex camionista di Compignano di Marciano gia' condannato per l'omicidio della moglie Barbara Cicioni, madre di due bambini di 8 e 4 anni ed incinta di 8 mesi, avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 maggio del 2007. Lo ha deciso la Corte d'Assise d'Appello di Perugia. Una decisione arrivata, come previsto, in serata. L'imputato, che era presente in aula al momento della lettura del dispositivo ed ha portato la mano sugli occhi, ha sempre respinto qualunque addebito. I legali, avvocato Luca Gentili e Michele Titoli, che avevano chiesto l'assoluzione del loro assistito e l'ammissione di ulteriori perizie, pur riservandosi commenti piu' approfonditi alla pubblicazione delle motivazioni, hanno comunque annunciato ricorso in Cassazione. A sollecitare la conferma della pena inflitta in primo grado, oltre la Procura Generale, con i PM Antonella Duchini e Dario Razzi, le parti civili, tra le quali i congiunti di Barbara Cicioni. Barbara Cicioni, 33 anni, venne rinvenuta morta in casa, nella frazione di Compignano, nel comune di Marciano. A trovarne il corpo, in camera da letto (mentre in quella adiacente continuavano a dormire i due bambini della coppia - ndr), lo stesso marito, Roberto Cicioni, che disse di essersi allontanato per effettuare degli interventi manutentivi sulle macchine della lavanderia di famiglia, a Marsciano. Per l'uomo si era trattato del tragico epilogo di una rapina, una circostanza confermata dalle stanze a soqquadro. Pochi giorni dopo, il 29 maggio, Spaccino venne arrestato. Nel processo di primo grado, ribadito da piu' parti il comportamento violento dell'uomo, che abitualmente e per motivi banali sfogava la propria rabbia sulla moglie. Esplosioni di violenza, secondo quanto asserito dai giudici, prive di una vera motivazione, ma comunque volte non a far male ma ad uccidere. Condividi