PERUGIA - Si avvia alle battute finali il processo d'appello nei confronti di Roberto Spaccino, condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie incinta di otto mesi. Stamani e' tornata a prendere la parola l'accusa per le repliche. ''Non c'e' traccia di nessun altra persona nella villetta in cui e' stata uccisa Barbara Cicioni.
Quello contro Spaccino non e' un processo indiziario come ha tentato di far credere la difesa. La ricostruzione del delitto di Compignano e' basata su prove. Quindi confermate la sentenza all'ergastolo, senza concedere nessuna attenuante all'imputato'' e' stata la richiesta della procura generale fatta stamani alla Corte d'assise d'appello di Perugia dai magistrati Dario Razzi e Antonella Duchini.
Al termine delle repliche dell'accusa, sono intervenuti i legali di parte civile. Anche loro hanno chiesto la conferma della pena. E' quindi cominciata la replica dei difensori dell'ex camionista (in carcere dal maggio del 2007 per un delitto al quale si proclama comunque estraneo). Gli avvocati Luca Gentili e Michele titoli hanno sollecitato nuove perizie e quindi l'assoluzione del loro assistito. Al termine dell'intervento dei legali, i giudici si si sono ritirati in camera di consiglio per decidere se emettere la sentenza oppure se disporre le nuove perizie sollecitate dalla difesa che ha comunque chiesto l'assoluzione.
Prima che la Corte si ritirasse, Spaccino ha brevemente preso la parola per una dichiarazione spontanea. Ha ribadito la sua estraneita' al delitto per il quale e' detenuto, parlando di se' come di un ''capro espiatorio''. La decisione dei giudici di secondo grado e'attesa nel pomeriggio.
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