Merloni_medium.jpg
“La Regione Umbria riconosce il diritto al lavoro di ogni donna e di ogni uomo e contribuisce alla promozione dell'occupazione ed alla sua qualità, alla salvaguardia dei livelli occupazionali sul territorio umbro ed alla tutela dai rischi di delocalizzazione industriale e di dismissione di attività produttive”. Sono queste le finalità della proposta di legge contro le delocalizzazioni, presentata questa mattina a Palazzo Cesaroni dai consiglieri regionali di Rifondazione comunista (Federazione della sinistra) Damiano Stufara e Orfeo Goracci, che propone tra l'altro l'introduzione di contratti di insediamento volti a vincolare la concessione di finanziamenti pubblici all'impegno delle imprese in favore dell'occupazione stabile e di qualità e a evitare la speculazione sulle aree industriali. Il capogruppo Stufara ha spiegato che la proposta del Prc (che prevede uno stanziamento di 2 milioni di euro per il 2010) vuole prefigurare “una inversione di tendenza nelle politiche economiche, ripristinando il primato della politica sull'economia e riaffermando il primato del lavoro, su cui la nostra Costituzione si fonda. La delocalizzazione si basa su una competizione al ribasso tra lavoratori di diversi paesi, a discapito dei lavoratori degli stati dove le retribuzioni e le tutele sono minori: essa consiste fondamentalmente nell’apertura di nuove unità produttive, dello stesso soggetto imprenditore, in altri Paesi per mezzo della cessione di ramo d’azienda, oppure attraverso un processo di internazionalizzazione delle imprese attuato tramite joint ventures e accordi commerciali con altre imprese estere”. “La legge - è stato spiegato - ha lo scopo di disciplinare le procedure per il riconoscimento e la quantificazione dei contributi e finanziamenti pubblici alle imprese presenti sul territorio, definendo, oltre alla progressività degli stessi in conformità a criteri che tengano conto dell’agire sociale delle imprese stesse. Oltre alla difesa dell’occupazione e della continuità produttiva, la legge prevede la definizione di criteri qualitativi in merito alle forme di assunzione e di stabilizzazione dei lavoratori, con particolare riguardo per i soggetti svantaggiati, per le norme in materia di sicurezza e per il principio dell'ecosostenibilità delle produzioni”. La nuova normativa “trae origine dalla necessità di sostenere il mondo del lavoro dentro una fase recessiva che anche nella nostra Regione sta determinando processi di delocalizzazione produttiva, come dimostra la vicenda della Merloni e quella della Lyondell-Basell (che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Terni nonostante abbia chiuso il 2009 con un attivo di 9 milioni di euro). Anche in altre Regioni sono stati presentati ed in alcuni casi approvati analoghi interventi legislativi, segno che è possibile contrastare le delocalizzazioni anche tramite appositi interventi legislativi su scala regionale. Tali iniziative non solo tendono a colmare un vuoto dannoso nella legislazione nazionale, ma costituiscono anche un passaggio fondamentale perché si possa ripristinare quel primato della politica sull’economia che solo può garantire efficacemente l’interesse collettivo, principio sancito anche dalla nostra Costituzione”. Stufara ha evidenziato la necessità di “stabilire vincoli e impegni precisi per le imprese che ricevono soldi pubblici, prevedendo un sistema sanzionatorio che imponga la restituzione dei finanziamenti ricevuti dalle aziende che delocalizzano. Per questo motivo viene prevista l'introduzione di uno strumento innovativo come i 'contratti di insediamento', affinché si produca occupazione stabile, si blocchino le speculazioni edilizie sulle aree industriali e si accompagni la crescita economica con il potenziamento dei diritti e dei livelli occupazionali. I contratti d’insediamento proposti dalla legge consistono nella definizione di accordi 'pubblico-privato' finalizzati a riconoscere incentivi economici a quelle realtà che, fermo restando il mantenimento dei livelli occupazionali, si impegnino a stabilizzare i rapporti di lavoro in un arco di tempo predeterminato ed a non delocalizzare per almeno 25 anni, dal momento dell’erogazione dei contributi, sanzionando la violazione del patto con la restituzione dei finanziamenti ricevuti. La nostra proposta di legge – ha concluso il capogruppo del Prc – che punta a riportare l'attenzione sul lavoro (sulla sua importanza e sulla sua tutela) ed a riaggregare la sinistra umbra intorno a un tema di estrema rilevanza politica, economica e sociale. Il consigliere Orfeo Goracci ha parlato di “una proposta di legge schierata dalla parte del lavoro e dei lavoratori, in un mondo in cui servono tutele per consentire un nuovo modello di sviluppo che freni la rapacità del capitalismo. Per questo diventa fondamentale condizionare la concessione dei contributi pubblici al rispetto di alcune regole legate alla qualità e ai diritti del lavoro. La competizione sul piano puramente economico e la svendita dei diritti acquisiti dai lavoratori – ha sottolineato - non risolve ma aggrava i problemi dovuti alla crescente disoccupazione e risulta inefficace allo sviluppo economico della regione: si rende indispensabile un'azione che vada a colmare i vuoti istituzionali esistenti e che renda il pubblico capace di dare risposte tramite interventi concreti, riconsegnando agli enti locali la possibilità di incidere nelle scelte economiche. Attualmente le imprese italiane usufruiscono di fortissimi incentivi e finanziamenti pubblici, utilizzando un’ampia rete di strumenti regionali e nazionali come, ad esempio, la legge 488/92, i patti territoriali, gli accordi di programma senza però che a questi benefici corrisponda in modo conseguente un incremento dei livelli occupazionali ed economici. Pare dunque indispensabile normare le regole di erogazione dei contributi pubblici, rendendo gli stessi realmente utili allo sviluppo ed alla crescita economica, nonché produttiva, del territorio e rendendoli, inoltre, progressivi sulla base di parametri chiari che tengano conto di intenti sociali ed effettivi benefici, da monitorare, che ricadano sul territorio umbro”. Hanno partecipato alla conferenza stampa anche i segretari provinciali di Rifondazione comunista di Perugia e Terni, Enrico Flamini e Angelo Morbidoni. MP SCHEDA: Norme in materia di contrasto alla delocalizzazione delle imprese e alla dismissione delle attività produttive La proposta di legge regionale si compone di 10 articoli che individuano: le finalità della legge (riconoscere il diritto al lavoro di ogni donna e di ogni uomo e contribuire alla promozione dell'occupazione ed alla sua qualità, alla salvaguardia dei livelli occupazionali sul territorio umbro ed alla tutela dai rischi di delocalizzazione industriale e di dismissione di attività produttive), il suo campo di applicazione (tutte le imprese italiane ed estere che, con stabilimenti insediati sul territorio regionale, beneficiano di somme erogate dalla Regione e/o dalle sue agenzie e dalle società controllate dalla stessa, a titolo di incentivo o di finanziamento a sostegno dell'occupazione o dell'imprenditorialità), la revoca degli incentivi (da restituire, con gli interessi legali, in caso di delocalizzazione degli impianti produttivi o di parte della produzione all'estero ma anche in caso di mancata applicazione delle norme vigenti in materia di sicurezza sul lavoro), le modalità e i criteri per la definizione dei contratti di insediamento, i criteri per l’accesso ai contributi, la verifica in itinere dell’applicazione dei contratti di insediamento e i poteri della Regione per i relativi accertamenti, le modalità per la restituzione dei contributi, i criteri per il sostegno alle imprese in stato di crisi, i vincoli alla destinazione d’uso delle aree produttive/industriali e l'acquisizione delle aree dismesse. Condividi