La notizia è di questi giorni. Il 1 settembre si è aperto il bando per 18 stage a Roma presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione di via Sicilia. La durata del tirocinio è di 4 mesi ed e prorogabile per un massimo di 2 mesi. Si rivolge a laureati da non più di 18 mesi e che non abbiano superato il 28° anno di età. Il voto minimo di laurea per avere accesso a questa sorta di “opportunità” è 100 su 110.
Ma arriviamo alla note dolente dei tirocini in questione. Se andiamo a leggere il bando, alla voce “Rimborso spese” c'è scritto: “ la partecipazione agli stages offerti dal DPSC non prevedono alcuna forma di rimborso spese né dall'ente ospitante né dalla Fondazione CRUI...” Quindi potenzialmente la maggior parte dei tirocini non prevederanno alcuna forma di compenso e tanto meno di rimborso spese volto a coprire i costi di vitto e trasporto per i laureati e studenti che provengono da fuori Roma.
Io dico basta al lavoro gratuto degli stagisti
Ancora una volta dobbiamo assistere impotenti e indifferenti alle ennesimo scandalo degli stage gratuiti. Scandalo che tocca le fondamenta di uno dei palazzi del potere. Il Ministero dello Sviluppo Economico. Proprio nei luoghi dove dovrebbero partire nuove idee, leggi e politiche per cercare di sollevare le sorti di milioni di giovani precipitati nel tunnel del precariato e della disoccupazione. Ma dalla politica attualmente non sembrano provenire risposte concrete.
La “gratuita” di qualsiasi prestazione lavorativa o lavorativa – formativa nel mondo professionale dovrebbe essere dichiarata incostituzionale. Bandita da tutte le leggi, le convezioni e bandi. Invece no, la politica non sembra mostrare particolare sensibilità nei confronti di questa tematica, è completamente assente o addirittura promuove tale condizione con la stessa naturalezze che condanna i giovani per la loro passività, per la loro incapacità di diventare soggetti automi. Quindi di essere dei bamboccioni.
Gli stage gratuiti al Ministero dello Sviluppo Economico sono una indecenza, come qualsiasi convenzione o contratto che prevede la “gratuita” di una prestazione. Il prodotto della degenerazione socio-culturale dei miei tempi che vede i giovani una forma di schiavi che si nutrirebbero dell'opportunità della formazione che riceverebbero in cambio. Dei schiavi beneficiati del dono della formazione e quindi in qualche modo grati al padrone che le ospita.
Ma se la politica, le istituzioni, i mezzi di informazione sono assenti su questo tema a chi bisogna fare affidamento? Risposte concrete possono provenire dalla società civile, dalla coscienze dei giovani e dalle nuove generazioni. Che il senso di giustizia non venga sepolto dal carrierismo, da secondi fini o da chi ci vuole regalare finte speranze. Nel cuore e nella testa di ogni giovane italiano questo senso giustizia può esse sintetizzato con una frase: “no, a stage gratuiti!”
Ma sono anche consapevole e realista che i giovani da soli rischiano di non farcela perché sono dei soggetti troppo deboli sul mercato del lavoro, ed essere soggetti deboli significa essere facilmente ricattabili alle condizioni più umilianti pertanto è necessaria una collaborazione inter-generazione che coinvolga le generazioni che ci hanno preceduti attraverso un opera di sensibilizzazione che porti al coinvolgimento degli esponenti più “saggi” del mondo politico, economico e intellettuale.
Da generazionep.blog.lastampa.it
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