“Se per la Antonio Merloni di Colle di Nocera Umbra non ci sarà uno sforzo convinto e corale guidato, spinto, finanziato dal Governo con banche e imprenditori che fino ad oggi hanno latitato pronti a fare la loro parte, non ci saranno prospettive di ripresa e speranze per migliaia di lavoratori e le loro famiglie. E, piove sul bagnato, ciò avviene in un’area tra le più deboli e povere della nostra regione”.
Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Orfeo Goracci (Prc-Federazione della sinistra), che sottolinea anche “l’anomalia del rapporto tra i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali: ho partecipato – afferma Goracci - a tutte le iniziative che i sindacati (CGIL, CISL e UIL) hanno organizzato unitariamente, e quelle singole, come alla Torre di Nocera nel novembre 2009 (CGIL), alle diverse che il comitato dei lavoratori ha organizzato con il suo presidio, quindi credo di avere almeno la mente sgombra e un giudizio sereno per dire e auspicare che si evitino le emarginazioni e il non coinvolgimento di tutti i lavoratori. Nel momento in cui Marchionne, Federmeccanica, Marcegaglia, dopo il blitz di Pomigliano, disdettano il contratto nazionale dei metalmeccanici, che senso ha non trovare punti di contatto, anche se non convergenze piene e totali (che non ci sono nemmeno tra CGIL CISL e UIL) fra tutti i lavoratori della Merloni? Credo che – continua - senza interferire nelle libere scelte e nelle relazioni tra le singole organizzazioni sindacali, la richiesta fatta dal comitato dei lavoratori della Antonio Merloni di essere invitati e poter partecipare ai tavoli istituzionali, meriti rispetto, attenzione e una disponibilità positiva”.
Per Goracci “la situazione riguardante il lavoro nel nostro Paese è sempre più grave, aumentano disoccupati e cassaintegrati, non riparte il treno dello sviluppo. La responsabilità prevalente è – secondo il consigliere di Rifondazione comunista - quella di un capitalismo rapace, che più che produrre specula, più che investire in ricerca e innovazione si butta sulla speculazione finanziaria e sul facile arricchimento da ‘furbetti’, con le conseguenze che conosciamo. Certamente – aggiunge - il nostro Governo non aiuta a trovare le soluzioni, basti pensare a due assurdità incredibili: da oltre quattro mesi non c’è più il Ministro del settore dopo che Scajola si interessava più di case che di lavoro. il Governo – conclude - nei giorni in cui la componente fondamentale dello stesso, il Pdl, è nella mia città, a Gubbio, per la sua ‘scuola’, è stato capace di non inserire nei cinque punti della cosiddetta verifica quello che per la stragrande maggioranza degli italiani è il problema più sofferto e sentito e cioè il lavoro e l’occupazione”.
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