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Il “comitato di scrittura”, che doveva verificare la possibilità della stesura di un documento unitario a tesi, ha riferito nella riunione della Commissione Politica, riunitasi oggi, che si è registrata l’impossibilità di procedere in tal senso avendo preso atto della volontà di alcune parti di procedere con la presentazione di mozioni contrapposte. A questo punto pare inevitabile un congresso che aumenterà sicuramente le divisioni interne al PRC, visto che si prevedono almeno 4 documenti alternativi. Gli interventi di Maurizio Acerbo, Ramon Mantovani, Paolo Ferrero e Claudio Grassi hanno sottolineato che questa scelta di procedere per divisioni cristallizzate sia un grave errore, sostenendo che sarebbe vissuto dal corpo del partito come un’ulteriore passaggio disgregante; mentre Franco Giordano e Graziella Mascia hanno motivato la loro scelta con la necessità di chiarezza all’interno del partito. Poco eco quindi hanno avuto - visto che una parte del partito ha deciso di optare per il congresso a mozioni - i pronunciamenti di alcune delle maggiori federazioni (Milano, Torino, Roma, etc.) che, richiamando al senso di responsabilità il gruppo dirigente, hanno votato ordini del giorno favorevoli allo svolgersi di un congresso a tesi; congresso che avrebbe quanto meno ridotto i danni ed evitato di cristallizzare le differenze. Purtroppo l’inizio di questo congresso non sembra coincidere con quel senso di responsabilità che in una fase delicata come questa dovrebbe contraddistinguere un gruppo dirigente di un partito. Per quanto ci riguarda pensiamo che fino all’ultimo momento vada tenuta aperta la possibilità di un congresso unitario, sperando che il CPN di domenica cerchi di avere quel senso di responsabilità che oggi sembra essersi smarrito. Condividi