berluska e gheddafi.jpg
Editoriale di Alessandro Cardulli “E’ solo folklore”, dice Silvio Cesare Berlusconi. La voce circola e l’esibizione volgare, ributtante di Gheddafi, sul suolo italiano, viene considerata alla stregua di una stravaganza di cui non tener conto. Lui è fatto così e così va perso, contano molto di più gli affari con la Libia, il soldo che circola, le imprese che proprio operando in quelle terre hanno retto bene di fronte alla crisi economica. Così Berlusconi indica ai cortigiani la strada da seguire di fronte alla marea montante di critiche al dittatore che impedisce a giornalisti di visitare il paese dove comanda grazie ad un colpo di stato. L’ignoranza del cavaliere Smorzare, smorzare i toni. E’ solo “ folklore”, appunto. E’ vero che Berlusconi è un ignorante, nel senso che non conosce, ignora il significato delle parole. Però uno come Bondi, che si autodefinisce l’intellettuale della “ cricca politica”,nel senso della compagine di governo,poteva dire al suo Cesare quale è il significato della parola folklore. E potevano fare a meno di usarla giornalisti che, stante l’esame sostenuto per diventare professionisti,dovrebbero conoscere la lingua italiana. Addirittura il direttore del Secolo X1X di Genova, intervistato dal Gr,dice che condivide quanto detto da Berlusconi. Si tratta- afferma senza l’ombra di dubbio il nostro collega-di folklore. Onde evitare figuracce al capo del governo e ai diversi colleghi che, come pappagalli, hanno ripreso e rilanciato l’ignoranza berlusconiana ,ricordiamo che- citano le enciclopedie, Wilkipedia in particolare- “l’invenzione del termine folklore è attribuita allo scrittore e antiquario inglese William Thoms (1803-1900), che (sotto lo pseudonimo di Ambrose Merton) pubblicò nel 1846 una lettera sulla rivista letteraria londinese Athenaeum, allo scopo di dimostrare la necessità di un vocabolo che potesse ricomprendere tutti gli studi sulle tradizioni popolari inglesi. Il termine fu poi accettato dalla comunità scientifica internazionale dal 1878, per indicare quelle forme, contemporanee di aggregazione sociale incentrate sulla rievocazione di antiche pratiche popolari ovvero tutte quelle espressioni culturali comunemente denominate "tradizioni popolari", dai canti alle sagre alle superstizioni alla cucina (e che già due secoli prima Giambattista Vico chiamava "rottami di antichità"). Vorremo consigliare anche la lettura di “Note sul folklore", contenute nei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. E’vero che si tratta di un comunista, ma visto i suoi rapporti con Putin, uno che di comunismo se ne intendeva visto che era a capo del Kgb, la polizia segreta, potrebbe fare un’ eccezione. Le hostess a pagamento non sono tradizione libica Capirebbero così, lui e il coro, che le hostess a pagamento, settanta euro, non fanno parte della tradizione popolare libica. Così come le amazzoni, più sexy che guardie del corpo, corpo nel senso persona non fisico.Neppure i berberi, splendidi cavalli, hanno proprio a che fare con la Libia. Sono cavalli del deserto, tipici del Marocco e dell’Algeria. Rommel li prelevò da Tunisi e furono utilizzati dai soldati tedeschi per arrivare a Mosca. Si parla di loro, i cavalli berberi, dai tempi della fondazione di Cartagine. La leggenda parla di Didone che edificò Quart Haddash, la sua “nuova città", ritrova la testa di un cavallo oggi raffigurata nelle monete cartaginesi dove il quadrupede é raffigurato al trotto, al galoppo, caracollante, fermo, sovente associato alla palma da dattero. La cavalleria numida- raccontano le cronache- equipaggiata di questi piccoli cavalli berberi rappresentava il nerbo dell’armata cartaginesi. Quando la Tunisia era una provincia romana, il berbero è adorato quasi come una divinità acclamata da una folla in delirio, durante le corse dei carri che si disputano nel fastoso ippodromo di Cartagine. La manina del governo nel reclutamento delle ragazze Allora che c’entra il folklore? Niente. Per esempio sarebbe interessante conoscere quanto hanno incassato le agenzie che hanno italiano affittatole ragazze, meglio dire hanno venduto delle giovani donne perché andassero a far cerchio adorante intorno al dittatore. Sapevano queste hostess quali e quante sono in Libia le violazioni dei diritti umani? O quali sono le condizioni in cui si trovano i migranti chiusi nei campi di concentramento? Chi ha organizzato il commercio di corpi per far contento Gheddafi? Si dice che se lui avesse saputo che le hostess erano a pagamento non avrebbe accettato la loro presenza. Se ‘ vero significa che tutto è stato combinato da qualche faccendiere italico. Il governo era all’oscuro di tutto? Oppure ,cosa più probabile, ha messo la sua manina nel mercato dei corpi, magari facendosi il segno della croce, visto che ci tengono a far sapere che loro sono cattolici, fedeli, puri, nel cuore e nell’anima.Della pagliacciata del resto fa parte anche la “ lezione” di Islam che il feroce dittatore ha impartito alle alunne a pagamento. Dicono autorevoli orientalisti che Gheddafi “ non ha alcuna formazione teologica”. Lo stesso “Libro Verde” che non manca mai di esibire “ è un tentativo di riscrittura dell’Islam- scrive Olivier Roy, docente universitario a Firenze- che ha destato scandalo tra gli studiosi”.Insomma una patacca, come quelle che, siamo famosi per questo, cerchiamo di vendere ai turisti. Celebre un flm di Totò. Questa volta ce lìha venduta Gheddafi in combutta con Berlusconi, suo grande amico. Socio, dicono alcuni esperti di intrecci finanziari e scatole cinesi. Libiche, questa volta. Da dazebao.org Condividi