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PANICALE - Teatro Cesare Caporali ingresso euro 10,00- ridotti euro 8,00 Califfo cicogna Dramma lirico per bambini. Libretto di Wilhelm Hauff, Franziska von Hoffnaaß, Joachim Steinheuer. Proposta da: Il Teatro Lirico di Marionette del Seminario di Musicologia, Università di Heidelberg (Germania), responsabile Dr. Joachim Steinheuer. Direzione musicale: Sara Jeffe (docente al Seminario di Musicologia dell’Università di Heidelberg) Il racconto del Califfo e del suo Gran Visir che, trasformati in cicogne, solamente dopo lungo peregrinare riescono a riprendere le loro umane fattezze, è tratto dalla raccolta di favole “per i figli e le figlie delle classi istruite” del poeta württemburghese Wilhelm Hauff (1802-1827), edita nel 1826 sotto il titolo di Märchen-Almanach auf das Jahr 1826 für Söhne und Töchter gebildeter Stände (“Almanacco di favole dell’anno 1826 per i figli e le figlie delle classi istruite”). Tutte e sei le favole della raccolta sono ambientate in un esotico Oriente fatto di magia e spiriti, un Oriente assai familiare al pubblico di allora tramite i racconti de Le mille e una notte. Hauff lega queste favole attraverso una cornice narrativa piuttosto tenue e le raggruppa sotto il titolo “Die Karawane” (“La carovana”). La prima di esse, Kalif Storch (“Il califfo cicogna”), divenne già nel corso dell’ottocento una delle favole più amate di Hauff, assieme a altre due (Zwerg Nase, “Lo gnomo Naso” e Das kalte Herz, “Il cuore di ghiaccio”) tratte da sue raccolte posteriori. Fin dal tardo ‘700 le favole offrirono una fonte molto amata di soggetti per svariati tipi di opere drammaturgico-musicali, come dimostrano ad esempio Zemire et Azore (1771) di Gretry o l’intensa ricezione, soprattutto in Germania, delle favole del veneziano Carlo Gozzi, che tra gli altri furono messe in musica da Zumsteeg, Benda, Romberg e Himmel. Tuttavia in tutti questi casi si tratta di lavori che furono ideati e scritti per cantanti e attori professionisti, basti pensare al noto caso di Hänsel und Gretel (1893) di Engelbert Humperdinck . Molto più raramente ci si propose invece di mettere in musica favole che, non solo risultassero gradite al pubblico dei più piccoli, ma che i bambini stessi potessero eseguire. Questa fu l’idea dell’opera per bambini Das Zauberwort (“La parola magica”), scritta nel 1888 da Franziska von Hoffnaaß. Tale lavoro rappresenta una libera rielaborazione sotto forma di un “Singspiel per il mondo dei bambini” della favola de “Il califfo cicogna” di Hauff. Franziska von Hoffnaaß era moglie del compositore Josef Gabriel Rheinberger, attivo per decenni a Monaco di Baviera, e proprio a lui si devono le varie arie, gli ensemble, i cori, così come l’ouverture e la musica tra i vari atti. Nonostante i limiti di un organico ridotto al solo pianoforte e alle voci di bambini, costretto a rinunciare alle molteplici possibilità di un’orchestra e di cantanti professionisti, Rheinberger riuscì tuttavia con grande abilità a dar vita ad una musica assai variegata, capace di rendere, soprattutto nei duetti e nei terzetti, tutte le differenti nuance del soggetto, mettendo così adeguatamente in risalto il momento comico, come quello drammatico o più propriamente esotico. Questa produzione adotta la musica di Rheinberger nella sua integrità, tuttavia l’azione è stata in alcuni punti, soprattutto nel secondo atto, rimodellata, così da renderla più vicina all’originale. In tal modo saranno incorporati nello spettacolo anche alcuni passaggi tratti dalla favola di Hauff, direttamente letti da una voce narrante. Il testo del canto del gufo e quello del duetto finale sono stati infine scritti ex novo, appositamente per questa produzione. L’uso dei burattini apre tutta una serie di possibilità per la messinscena della favola, che, soprattutto allorché sul palco compaiono cicogne, rospi e gufi, risultano particolarmente efficaci e di sicuro effetto. Condividi