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PERUGIA - La consigliera provinciale delegata Laura Zampa ritiene opportuno tornare su un argomento che le sta a cuore e che considere degno di attenzione ed importante riflessione. È stato approvato il 5 agosto con voto unanime da parte del Consiglio provinciale di Perugia l’ordine del giorno della Zampa volto a promuovere ogni azione da parte della Giunta Provinciale “perché sia massimamente garantita la presenza dei docenti di sostegno in numero sufficiente a coprire tutte le ore previste dalle diagnosi funzionali, per aiutare i disabili nel loro difficile percorso d'integrazione scolastica e sociale”. Nella terza Commissione presieduta da Luca Baldelli, l’argomento era stato discusso con il rappresentante dell’ufficio scolastico regionale Domenico Petruzzo, il quale aveva confermato il blocco degli organici del sostegno a livello regionale, ma, per i casi di particolare gravità, le carte si giocheranno nel mese di settembre. “Per questi casi - ricorda Laura Zampa - è obbligatorio andare in deroga in base alla sentenza della Corte Costituzionale del 26 febbraio 2010 recepita dalla stessa manovra finanziaria recentemente approvata. In presenza di alunni con gravi disabilità è previsto, per effetto della sentenza della Consulta, il rapporto 1:1, per il quale l’alunno ha diritto a giovarsi delle cure dell’insegnante di sostegno per tutta la durata dell’orario di cattedra di quest’ultimo. Il diritto allo studio dei giovani disabili potrà essere garantito, ma per questo sarà indispensabile la mobilitazione delle scuole e delle famiglie. Entro settembre le scuole interessate dovranno presentare all’USR le richieste di deroga corredate dei piani personalizzati in base alle diagnosi funzionali, il tutto inserito in un Progetto dal quale si evincano le necessità della scuola nel suo complesso riguardo l’integrazione delle disabilità: questo per evitare che vengano sottratte ore, a compensazione, agli alunni di lieve e media gravità”. “Si mette in evidenza – conclude la consigliera Zampa - che le famiglie avranno nelle mani uno strumento giuridico molto potente, rappresentato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 26 febbraio (numero 80/2010), per ottenere dai giudici quel diritto che potrebbe essere negato dall’amministrazione scolastica”. Condividi