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PERUGIA - Progettare e realizzare ogni iniziativa finalizzata a diffondere la conoscenza dell'Alzheimer. Questa la finalita' del protocollo siglato stamani a Perugia tra la provincia del capoluogo e Amata Umbria (Associazione Malati di Alzheimer e Telefono Alzheimer sezione provinciale di Perugia) nell'ambito della presentazione alla stampa dell'attivita' dell'associazione no profit. L'Alzheimer, e' stato detto, e' in crescente aumento in tutto il mondo, si stima un raddoppio da qui ai prossimi 20 anni, da 65,7 mln nel 2030 e 115,4 nel 2050, mentre in Italia i casi si attestano su un milione circa. Per il Vice presidente della provincia di Perugia Aviano Rossi ''la famiglia rimane il principale strumento di assistenza domiciliare. In genere e' una donna a farsi carico dell'assistito sette giorni su sette. Purtroppo l'Alzheimer fa due malati: chi ne e' affetto e chi lo assiste. L'87,3% dei familiari intervistati che si occupano di assistenza ad un caso di Alzheimer, afferma di sentirsi spossato, il 53,6% indica di non dormire a sufficienza, il 43,1% di soffrire di depressione, il 31,9% segnala di aver subito modificazioni rilevanti del proprio peso, il 20% di essere stato costretto a ricorrere all'uso di farmaci per meglio sopportare il proprio stato di sofferenza psicologica. Tra i farmaci piu' assunti il 30% e' rappresentato dagli antidepressivi, il 29% dagli ansiolitici. Non e' infine insignificante il costo economico di tale assistenza, calcolato in circa 60 mila euro l'anno tra costi diretti (25%) e costi indiretti (75,6%), questi ultimi prevalentemente a carico della famiglia. Da un punto di vista terapeutico - ha continuato -, progressi scientifici sono stati fatti ed una efficiente risposta al problema dell'Alzheimer non puo' che avvenire dal contributo delle associazioni, come A.M.A.T.A. Umbria, che mettono insieme persone con demenza, i loro familiari, gli assistenti socio-sanitari, i ricercatori, fornendo supporto pratico e consigli, sostegno legale e corsi di formazione sulla gestione dei malati''. In questo quadro si inserisce il ruolo della Provincia, ''per questo - ha sottolineato Rossi - le istituzioni devono collaborare in modo sempre piu' stretto con le associazioni Alzheimer che conoscono molto bene i bisogni dei pazienti, ma anche dei loro familiari. Il protocollo intende anche organizzare iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e diffondere la conoscenza di questa malattia; promuovere la ricerca e creare servizi idonei, fornendo risposte concrete alle complesse necessita' che la malattia comporta, utilizzando la rete di Sportelli del Cittadino e Servizi Decentrati; offrire uno spazio sul proprio Portale per il Telefono Alzheimer, finalizzato al servizio di informazioni sulla malattia. A breve - ha annunciato- la Provincia istituira' un numero verde che servira' a mettere in collegamento gli utenti con le associazioni del territorio che compongono il tavolo permanete delle associazioni''. Condividi